Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Mancate bonifiche a Bagnoli Il pm: inquinamento gravissimo
Iniziata la requisitoria al processo. Verso l’assoluzione di Papa e Borgomeo
NAPOLI Si avvia alla conclusione uno dei processi più complessi e tormentati degli ultimi anni, quello per la presunta mancata bonifica di Bagnoli. Il pm Stefania Buda, infatti, ieri ha cominciato la requisitoria, che concluderà venerdì prossimo con le richieste di condanna (ma dovrebbe anche chiedere l’assoluzione di alcuni imputati, in particolare per l’ex vicesindaco Rocco Papa l’ex dirigente di Bagnolifutura Carlo Borgomeo). Disastro ambientale, favoreggiamento e truffa ai danni dello Stato i reati ipotizzati a vario titolo nei confronti dei 14 imputati, ex amministratori e dirigenti di Bagnolifutura che si sono occupati negli anni della bonifica dell’area; una bonifica costata complessivamente 107 milioni di euro. Alla sbarra ci sono anche l’altro ex vicesindaco Tino Santangelo e l’altro ex dirigente di Bagnolifutura Mario Hubler. Secondo la Procura, i suoli un tempo occupati da Italsider ed Eternit non sono mai stati veramente ripuliti, ma solo superficialmente trattati; anzi, in alcuni punti le sostanze inquinanti hanno addirittura una concentrazione maggiore rispetto a a cinque anni prima, quando erano stati compiuti i primi carotaggi per la pulizia del terreno da materiali ferrosi e cancerogeni. I dati dei consulenti del pm sono stati aspramente contestati, udienza dopo udienza, dagli avvocati del collegio difensivo. I giudici (il processo si sta svolgendo davanti alla VI sezione penale del Tribunale presieduta da Sergio Aliperti) alla fine hanno nominato un «superperito» sulla cui relazione si baseranno per la sentenza: si tratta del geologo milanese Claudio Galli. Svariati i quesiti posti dal Tribunale, tra cui: «Le varianti di progetto furono realmente necessarie?». Una domanda che va ricondotta al cambio di destinazione d’uso da residenziale a commerciale — direzionale — industriale. E poi: «Viste varianti e modifiche, gli eventuali nuovi prezzi sono da ritenersi congrui?»; «Furono eseguite indagini integrative al piano della caratterizzazione prima delle varianti di progetto? E in caso positivo, evidenziarono una situazione di contaminazione differente?»; «Le controanalisi Arpac, necessarie a validare i dati di caratterizzazione, furono effettuate anche per le eventuali indagini integrative?»; «Gli interventi di bonifica e messa in sicurezza eseguiti hanno effettivamente provocato un peggioramento delle condizioni preesistenti? Si può affermare che sono stati miscelati rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi durante le operazioni di bonifica e di messa in sicurezza? E sulla base di quali elementi?».
Nell’aprile 2013 le aree ex Italsider ed ex Eternit furono sequestrate per sottrarle alla disponibilità della società Bagnolifutura che stava provvedendo alla vendita di alcuni suoli; la vicenda ebbe una risonanza mediatica enorme e pesanti conseguenze politiche.
Nel corso dell’udienza di ieri, il pm si è soffermato in particolare sull’«ennesimo spreco di denaro pubblico per superare criticità della omessa bonifica» nonché sul presunto scaricabarile tra gli imputati sulle decisioni contestate dalla Procura. A proposito della convenzione con l’Istituto superiore di sanità, il pm ha detto che «serviva a trovare elementi per dire che non c’era pericolo per le scelte compiute». Oltre a quella di venerdì prossimo, altre due udienze sono state fissate per il 3 e il 17 novembre prossimi; la sentenza potrebbe arrivare entro la fine dell’anno.