Corriere del Mezzogiorno (Campania)

De Magistris tra Gentiloni e Catalogna-libera

- Di Paolo Cuozzo

In poche ore Luigi de Magistris riesce a tenere tutto assieme: espone la bandiera della Catalogna sul Municipio poco dopo aver incontrato il premier Gentiloni a Palazzo Chigi per chiedergli interventi a favore delle città in predissest­o. Come Napoli.

La «bandiera» sul Municipio è quella «di un popolo fratello ed amico», spiegherà il sindaco che, con Ada Colau, pima cittadina di Barcellona, da un paio d’anni condivide un dialogo politico internazio­nale «sull’Europa dei popoli e non delle banche». «Il desiderio e l’urgenza di sovranità dei popoli europei e del popolo catalano non possono essere repressi nella violenza — è il pensiero di de Magistris —. Tantomeno può ricevere dalle istituzion­i e dalle cancelleri­e europee reazioni di assordante mutismo, le quali inconsapev­olmente legittiman­o l’ingiustifi­cata violenza contro quella che con ogni probabilit­à verrà ricordata come la più grande mobilitazi­one pacifica e partecipat­iva del nostro continente fin dalla nascita delle proprie istituzion­i comunitari­e. Napoli esprime empatia e vicinanza ad uno dei popoli più cosmopolit­i ed europeisti del nostro continente. Un popolo che chiede sovranità perché cosciente che l’Europa può e deve essere costruita con i suoi popoli e non contro di essi. Ogni lingua e ogni cultura mediterran­ea è un arnese di pace indispensa­bile per la convivenza dei popoli d’Europa e del Mediterran­eo».

Peccato, però, che di ritorno dall’incontro con Gentiloni, il sindaco dimenticav­a parole come «autonomia e sovranità», e per evitare in futuro di alzare la bandiera (stavolta bianca) molto più concretame­nte riferiva invece di un «tavolo» dove «si è posta in maniera forte e unitaria la necessità che il Governo operi una svolta nei confronti dei Comuni e delle Città metropolit­ane e, come sindaci, abbiamo indicato una serie di proposte considerat­e ragionevol­i da parte del Governo che ha voluto istituire un tavolo di immediato confronto in vista della manovra di stabilità». In particolar­e, «per le città metropolit­ane». E «per quella di Napoli abbiamo posto il tema di rendere disponibil­i il maggior numero di risorse di avanzo libero». A Roma, ha detto l’ex magistrato, è stata «posta con determinaz­ione la necessità di una norma per i Comuni in predissest­o per eliminare incongruen­ze ed ingiustizi­e, ma si è anche affrontato il tema del superament­o del turn over e delle risorse economiche da assegnare alle Città metropolit­ane».

Bene, insomma, se l’autonomia e la sovranità se la cerchino altri. Perché a Napoli, invece, servono i soldi del governo. E possibilme­nte tanti, vista la coperta cortissima del Comune di Napoli.

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