Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Borelli: fu nemico dei privilegi, mi auguro che de Magistris accolga ora la nostra richiesta
Egregio direttore, sto seguendo e apprezzo lo spazio che state dedicando all’appello lanciato da Angela Cortese per intitolare l’ex Capalc di via Terracina ad Amato Lamberti, una persona che mi onoro di aver conosciuto e con cui ho a lungo collaborato e militato assieme nei Verdi e che ritengo meritevole di questo e di altri riconoscimenti.
Amato Lamberti non era napoletano di nascita perché era originario di San Maurizio Canavese, in Piemonte, ma ha legato la sua vita alla nostra regione e, in particolare, alla provincia di Napoli. Un’area a cui s’è dedicato anima e corpo, in diverse forme ma con un unico principio ispiratore: la legalità. Un principio che ha accompagnato il suo impegno professionale, da docente, e politico e istituzionale, da Assessore comunale e da Presidente della Provincia.
Lamberti non si limitava mai a «svolgere il compito» che il ruolo che ricopriva gli assegnava ma andava sempre oltre contribuendo a migliorare la realtà in cui viveva. Ecco, quindi, che, alle attività da docente di Sociologia della devianza e della criminalità, ha affiancato la fondazione e la direzione dell’Osservatorio sulla camorra, al quale collaborò anche Giancarlo Siani con il quale aveva un rapporto particolare come ha ricordato il fratello del giornalista ucciso dalla camorra, Paolo Siani, il giorno della morte di Lamberti, avvenuta il 29 giugno 2012: «È stato un maestro per mio fratello e per tanti giovani giornalisti degli anni Ottanta. Giancarlo voleva bene ad Amato, lo stimava e si fidava di lui. Gli avrebbe voluto chiedere aiuto con quella telefonata il giorno prima di essere ucciso. E Amato ricordava sempre con grande rammarico di non essere riuscito a raccogliere in tempo la richiesta d’ aiuto di Giancarlo. Ora lassù potranno dirsi quello che la ferocia criminale ha impedito».
E anche nell’altra sua grande passione, oltre all’insegnamento, alla ricerca e al giornalismo d’inchiesta, la politica, è andato oltre il suo ruolo. È stato uno storico esponente dei Verdi, di cui è stato tra i fondatori in Campania. Proprio in rappresentanza del Sole che ride ha ricoperto i ruoli di Assessore alla normalità al comune di Napoli dal 1993 al 1995, con la prima giunta Bassolino, quella del «Rinascimento» di Napoli, e di Presidente della Provincia di Napoli dal 1995 al 2004, anni in cui risanò i bilanci dell’ente finiti in dissesto per le precedenti gestioni e si impegnò su vari campi, non ultimo quello della scuola che per lui era fondamentale anche per portare avanti quella sua personale battaglia contro la camorra, una battaglia che metteva in pratica anche con idee semplici ma efficaci, come la prima cassetta anticamorra o l’imposizione della scritta «Questa iniziativa è contro il sistema della camorra» per tutte le iniziative finanziate o comunque patrocinate dalla Provincia. Fu anche un nemico dei privilegi, rifiutando, anche da Presidente della Provincia, autisti e benefit in un’epoca durante la quale i costi della politica non scandalizzavano come avviene oggi. Era un uomo pacato ma risoluto e deciso. Originale e generoso. Colto ma aperto alle novità, anche le più strane.
Intitolare l’ex Capalc di via Terracina ad Amato Lamberti, quindi, sarebbe, a nostro avviso, un riconoscimento, quasi scontato, e mi auguro che la proposta di Angela Cortese si concretizzi. Come mi auguro che il Sindaco della Città Metropolitana Luigi de Magistris accolga la richiesta formulata dai Verdi tramite il loro consigliere Paolo Tozzi di intitolare ad Amato anche l’aula consiliare del Consiglio provinciale.
Il consigliere regionale verde «Intitolare quell’istituto al nostro ex dirigente sarebbe una cosa quasi scontata e per questo faccio mia l’iniziativa di Cortese»