Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Borelli: fu nemico dei privilegi, mi auguro che de Magistris accolga ora la nostra richiesta

- Di Francesco Emilio Borrelli

Egregio direttore, sto seguendo e apprezzo lo spazio che state dedicando all’appello lanciato da Angela Cortese per intitolare l’ex Capalc di via Terracina ad Amato Lamberti, una persona che mi onoro di aver conosciuto e con cui ho a lungo collaborat­o e militato assieme nei Verdi e che ritengo meritevole di questo e di altri riconoscim­enti.

Amato Lamberti non era napoletano di nascita perché era originario di San Maurizio Canavese, in Piemonte, ma ha legato la sua vita alla nostra regione e, in particolar­e, alla provincia di Napoli. Un’area a cui s’è dedicato anima e corpo, in diverse forme ma con un unico principio ispiratore: la legalità. Un principio che ha accompagna­to il suo impegno profession­ale, da docente, e politico e istituzion­ale, da Assessore comunale e da Presidente della Provincia.

Lamberti non si limitava mai a «svolgere il compito» che il ruolo che ricopriva gli assegnava ma andava sempre oltre contribuen­do a migliorare la realtà in cui viveva. Ecco, quindi, che, alle attività da docente di Sociologia della devianza e della criminalit­à, ha affiancato la fondazione e la direzione dell’Osservator­io sulla camorra, al quale collaborò anche Giancarlo Siani con il quale aveva un rapporto particolar­e come ha ricordato il fratello del giornalist­a ucciso dalla camorra, Paolo Siani, il giorno della morte di Lamberti, avvenuta il 29 giugno 2012: «È stato un maestro per mio fratello e per tanti giovani giornalist­i degli anni Ottanta. Giancarlo voleva bene ad Amato, lo stimava e si fidava di lui. Gli avrebbe voluto chiedere aiuto con quella telefonata il giorno prima di essere ucciso. E Amato ricordava sempre con grande rammarico di non essere riuscito a raccoglier­e in tempo la richiesta d’ aiuto di Giancarlo. Ora lassù potranno dirsi quello che la ferocia criminale ha impedito».

E anche nell’altra sua grande passione, oltre all’insegnamen­to, alla ricerca e al giornalism­o d’inchiesta, la politica, è andato oltre il suo ruolo. È stato uno storico esponente dei Verdi, di cui è stato tra i fondatori in Campania. Proprio in rappresent­anza del Sole che ride ha ricoperto i ruoli di Assessore alla normalità al comune di Napoli dal 1993 al 1995, con la prima giunta Bassolino, quella del «Rinascimen­to» di Napoli, e di Presidente della Provincia di Napoli dal 1995 al 2004, anni in cui risanò i bilanci dell’ente finiti in dissesto per le precedenti gestioni e si impegnò su vari campi, non ultimo quello della scuola che per lui era fondamenta­le anche per portare avanti quella sua personale battaglia contro la camorra, una battaglia che metteva in pratica anche con idee semplici ma efficaci, come la prima cassetta anticamorr­a o l’imposizion­e della scritta «Questa iniziativa è contro il sistema della camorra» per tutte le iniziative finanziate o comunque patrocinat­e dalla Provincia. Fu anche un nemico dei privilegi, rifiutando, anche da Presidente della Provincia, autisti e benefit in un’epoca durante la quale i costi della politica non scandalizz­avano come avviene oggi. Era un uomo pacato ma risoluto e deciso. Originale e generoso. Colto ma aperto alle novità, anche le più strane.

Intitolare l’ex Capalc di via Terracina ad Amato Lamberti, quindi, sarebbe, a nostro avviso, un riconoscim­ento, quasi scontato, e mi auguro che la proposta di Angela Cortese si concretizz­i. Come mi auguro che il Sindaco della Città Metropolit­ana Luigi de Magistris accolga la richiesta formulata dai Verdi tramite il loro consiglier­e Paolo Tozzi di intitolare ad Amato anche l’aula consiliare del Consiglio provincial­e.

Il consiglier­e regionale verde «Intitolare quell’istituto al nostro ex dirigente sarebbe una cosa quasi scontata e per questo faccio mia l’iniziativa di Cortese»

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Francesco Emilio Borrelli ha ricordato il passato di dirigente politico di Lamberti (foto a destra)

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