Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Championnet e il nome che Osanna non cambierà
NAPOLI Botta e risposta tra il movimento Neoborbonico e il soprintendente per Pompei Massimo Osanna. I primi, subito dopo l’inaugurazione, un mese fa, avevano chiesto che venisse cambiato il nome al complesso Championnet appena restaurato. «Non ci sembra giusto ricordare - avevano detto - un generale che nel 1799 ha compiuto stragi durante l’occupazione di Napoli». Ieri è giunta la replica di Osanna. «Si comunica - scrive al movimento Neoborbonico che la denominazione Championnet risale già alla prima relazione di scavo delle domus datata 16 maggio 1800. La medesima denominazione compare anche nelle successive pubblicazioni. Nessun provvedimento fu pertanto preso dal sovrano della dinastia Borbone al suo rientro a Napoli. Inoltre si segnala che il generale Championnet si oppose alle azioni del commissario di Francia Faypoult che affermava fossero patrimonio della Francia i beni della Corona di Napoli, tra cui “Le anticaglie nascoste ancora nel seno di Pompei e Ercolano”. Interessante quanto scrive Pietro Colletta nella sua “Storia del reame di Napoli” edito nel 1834, quindi in piena epoca borbonica: il generale Championnet che travagliato dalla universale scontentezza ne prevedeva i pericoli e non aveva cuore disumano, impedì a Faypoult l’esecuzione del decreto e ne fece per editto pubblica nullità. Faypoult discacciato si partì. Piacque ciò a’ napoletani che, doppiando l’odio contro i francesi, presero ad amare Championnet”. Insomma questa denominazione è da intendersi ormai storicizzata». I neoborbonici non mollano: «Nel 1799 in soli tre giorni, le truppe francesi guidate da Championnet massacrarono solo a Napoli oltre ottomila popolani che volevano difendere le loro case e la loro patria e furono oltre sessantamila le vittime massacrate da francesi e giacobini nei cinque mesi di vita della Repubblica Napoletana».