Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Intitolargli l’istituto sarebbe un buon segno»
Gentilissimo direttore, le scrivo in merito alla proposta partita da Angela Cortese di intitolare la scuola ex Capalc di via Terracina a Napoli ad Amato Lamberti.
Intanto un grazie al giornale per aver accolto la proposta ed aver dato spazio e voce ai tanti che stanno dichiarando il loro sostegno a questa piccola iniziativa. Credo sia una piccola ma importante occasione per riconoscere ad Amato Lamberti il suo spessore di uomo delle istituzioni, di studioso ed intellettuale ‘critico’, di ‘maestro’ per quanti come me hanno avuto il privilegio di averlo come docente e poi di collaborare alle sue ricerche e alle sue attività istituzionali.
Che una scuola porti il suo nome mi sembra un buon ‘segno’, seppur piccolo, dal quale far emergere il valore di un insegnamento, quello di Amato Lamberti, che suona oggi come una testimonianza concreta e significativa, perché si chieda alle idee di prendere corpo, ai progetti di essere realizzati, al sapere di guidare le scelte e alla volontà personale di nutrirsi delle necessità sociali.
Che una scuola prenda il nome di Amato Lamberti trova senso se si fa di un nome una traiettoria etica, lontana da retoriche buoniste e sentimentalismi nostalgici, che rivendica l’attualità dell’esempio di un uomo di cui siamo eredi e di cui vogliamo rendere presente l’esempio. L’esempio di cui abbiamo bisogno e di cui ci possiamo sentire ricchi per affrontare con maggiore forza, consapevolezza e senso civico la vita di tutti i giorni; l’esempio di un uomo la cui storia può parlare alla comunità educante di una scuola e accenderne la voglia di cambiamento, di riscatto, di progettualità. L’esempio di un uomo, Amato di nome e gentile nei modi, la cui assenza, se ci rattrista nel profondo per non averlo più al fianco, complice e alleato di tante ‘imprese’ e belle sfide culturali, politiche e istituzionali, è anche quel vuoto che spinge ciascuno a farsene degno erede, perché la sua capacità di analisi della realtà e le categorie individuate per leggerne dei tratti distintivi, come la camorra, la marginalità, la differenza, alimentino uno sguardo ‘altro’ capace anche di individuare strumenti d’intervento adeguati al cambiamento auspicato e alla ‘normalità’ da costruire. In nome di Amato Lamberti dunque il nome ad una scuola perché l’eco del suo passaggio su questa terra leggero possa risuonare ancora di possibile innovazione e benessere sociali.