Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Troppi cesarei, ispettori nelle cliniche
De Luca chiede la riduzione del «taglio» per le nascite. La Campania detiene il record in Italia per gli interventi La Regione avvia le verifiche per la revoca delle convenzioni. Tra le strutture la Sanatrix e l’Internazionale
Sei strutture sanitarie nel mirino della Regione per ridurre il numero di parti cesarei. Ispettori anche alla Sanatrix e all’Internazionale. La Regione verificherà la regolarità degli interventi, pena la revoca delle convenzioni.
NAPOLI Sono in tutto se ile strutture sanitarie nel mirino delle ispezioni disposte dalla Regione Campania con lo scopo di tagliare sensibilmente il numero di parti cesarei, tra le principali cause dell’abbassamento della soglia dei Le a, i livelli essenziali di assistenza, e di conseguenza del perdurante regime commissariale che con i suoi vincoli soffoca la sanità da ben nove anni. «In relazione al problema dell’eccesso di parti cesarei primari —affermano da palazzo Santa Lucia—la Regione ha deciso di procedere alla revoca degli accreditamenti perle strutture che si discostano in maniera abnorme dalla media nazionale e regionale. A tal fine è partita l’attività di verifica e controllo. Si comincia dalle strutture, private e pubbliche, a più forte scostamento dalle medie. Si chiederà, nelle prossime ore, la docu- mentazione giustificativa alle seguenti strutture: il centro privato «San Paolo» di Aversa; Ospedale Internazionale di Napoli; Clinica Sanatrix di Napoli. Per i presidi pubbliche, inoltre, l’ospedale di Sessa Aurunca, quello di Vallo della Lucania e di Battipaglia.
Dunque, centri clinici noti e particolarmente attivi proprio nella assistenza alle partorienti.
Ora, sarà una taskf or ce composta da investigatori della Asl e del nucleo ispettivo della Regione Campania a passare al setaccio dati e regi- stri per accertare eventuali irregolarità. La sanzione è quella che il governatore Vincenzo De Luca ha anticipato la scorsa settimana: la revoca temporanea della convenzione con il servizio pubblico. «Occorre dire — puntualizza Enrico Coscioni, consigliere del presidente della Regione per la sanità — che tuttavia i trend sono in netto miglioramento quasi ovunque. In particolare nelle strutture pubbliche. Il presidente De Luca esige che in quindici giorni venga completata l’attività di controllo e monitoraggio in modo da poter prendere le relative decisioni. In meno di un anno abbiamo recuperato il 20% perché partivamo da numeri disastrosi: oltre l’80% di cesarei». Ma vi sono anche punte d’eccellenza in Campania, come tiene a sottolineare il consigliere di De Luca: «Come l’ospedale evangelico Villa Betania di Napoli e il San Leonardo, l’ospedale di Castellammare di Stabia dove si registra solo il 13% di nascite con cesareo. È un dato eccezionale come lo è quello della Federico II di Napoli. In quella struttura — sottolinea Coscioni — siamo al 33%, ma si pensi che viaggiamo su cifre di oltre 2300 interventi ogni anno».
Pare che i sei presidi clinici, i tre privati e gli altri tre pubblici finiti sotto osservazione, abbiano superato di gran lunga il 60 per cento dei parti cesarei. «Il livello essenziale di assistenza per le primipare è del 25 per cento — ha sostenuto più volte Coscioni —, la media nazionale è del 33 e in Campania siamo intorno al 60 per cento: dato quest’ultimo che include sia i dati provenienti dalle strutture pubbliche, sia quelli delle strutture private convenzionate ». L’ obiettivo, tuttavia, resta quello di raggiungere «il 25% di parti cesarei nel 2018».
Coscioni «Entro il 2018 dobbiamo arrivare a una riduzione del 25 per cento Nell’ultimo anno abbiamo recuperato già il 20 per cento»