Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ospedale del mare, muore per un calcolo

I familiari: potevano salvarlo. Il manager: i medici hanno fatto di tutto

- Di Fabio Postiglion­e

Ricoverato all’Ospedale del Mare per un calcolo alla colecisti è morto il giorno successivo. La denuncia dei familiari: «Soffriva, i medici hanno tardato con gli esami diagnostic­i». La magistratu­ra ha acquisito la cartella clinica del paziente. Il dg della struttura: «É stato assistito secondo il protocollo».

NAPOLI Morire per un calcolo di due centimetri alla colecisti, tra dolori lancinanti nel reparto di Medicina generale dell’Ospedale del Mare, struttura che punta ad essere un’eccellenza in Campania, aperto al pubblico tra mille ritardi e polemiche solo lo scorso aprile e già con un presunto caso di malasanità da risolvere e dar conto. Ieri gli agenti della sezione di Prevenzion­e generale della Questura di Napoli, su delega del pm D’Ambrosio, erano in corsia a sequestrar­e la cartella clinica e la salma di un odontotecn­ico 50enne dell’Arenaccia, morto martedì mattina in circostanz­e sospette dopo 24 ore di agonia. La moglie afflitta dal dolore ha deciso comunque di denunciare sia il nosocomio di Ponticelli che il San Giovanni Bosco, dove era stato ricoverato all’alba di lunedì. Tutto è iniziato la notte tra domenica e lunedì alle 4 come risulta dalla cartella clinica ora nelle mani dei magistrati. Maurizio, uno sportivo, cintura nera di judo, ha una una fitta lancinante al fianco. Dolori che gli tolgono il fiato e che lo lasciano impietrito e pallido nel letto. La moglie pensa ad una colica, anche perché «non ha mai sofferto di dolori allo stomaco». Chiama comunque il 118 che arriva ai Ponti Rossi in pochi minuti e da lì il trasporto al vicino pronto soccorso del San Giovanni Bosco. «Gli hanno somministr­ato calmanti e antidolori­fici, anche morfina, mentre lo visitano su una barella perché posto in reparto non c’era - racconta nella denuncia la moglie - Dopo un’ecografia, la radiografi­a e gli esami del sangue il responso è che ha un calcolo di due centimetri alla colecisti che gli ha provocato una pancreatit­e». Ma letti liberi per un ricovero non ce ne sono e così la mattina alle 11 di lunedì viene trasferito in ambulanza all’Ospedale del Mare. «Appena giunti lì non c’era personale che potesse prendere in carico mio marito e indirizzar­ci verso il reparto - dice la donna - E con difficoltà, tra un’ascensore che non funzionava e un altro che non era idoneo all’ingresso della barella, dopo 40 minuti riusciamo a trovare qualcuno». Medicina generale è il reparto che prende in cura Maurizio e le cose sembrano andare ancora molto male. Gli esami sono stati ripetuti ma occorre fare una Tac, però la si rimanda al giorno successivo. «Ho fatto presente ai medici che mio marito non riusciva ad urinare e lo stesso ha fatto mio cognato la notte quando ha visto l’addome gonfiarsi, ha chiesto che gli fosse messo un catetere ma non lo hanno fatto ». Alle 2 arriva un chirurgo che dispone un’ immediata indagine diagnostic­a: ma durante l’ esame Tac qualcosa va storto. «Mi hanno detto che ha avuto un infarto e il cuore ha smesso di battere per sette lunghissim­i minuti». Il giorno dopo, il martedì mattina, la situazione era disperata, critica a tal punto che un medico avrebbe riferito ai familiari di Maurizio che le speranze di sopravvive­re erano solo del 10%. «Alle 12,40 ho ricevuto la telefonata che non mi sarei mai aspettata di ricevere: mio marito era morto». In serata arriva la nota di Mario Forlenza, direttore generale dell’Asl Na1: «Ho chiesto una relazione ai medici e ai dirigenti dell’ospedale. Risulta che il paziente è stato assistito con profession­alità. Hanno fatto di tutto per salvargli la vita. Per evitare ogni strumental­izzazione invierò gli atti in Procura a tutela dei medici e degli operatori sanitari dell’Ospedale del Mare».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy