Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Bimba down affidata a un single Le storie dei genitori coraggiosi

I papà e le mamme che hanno scelto figli con disabilità: «Ci danno gioia»

- Walter Medolla

La scelta del tribunale per i minori di Napoli ha pochissimi precedenti. Quella di affidare una bambina affetta dalla sindrome di down, abbandonat­a dalla mamma in ospedale alla nascita, a un aspirante papà single, è una decisione più unica che rara. Dopo diversi dinieghi a causa del suo handicap da parte di sette coppie che volevano diventare genitori, il tribunale per i minori di Napoli ha deciso di sfruttare la legge 184 del 1983 che prevede alcuni casi, tra i quali quelli di bambini disabili, la possibilit­à di effettuare «adozioni speciali».

Ora per la piccola e l’aspirante papà inizia un periodo di prova, il preaffidam­ento, al termine del quale i giudici valuterann­ol’ inseriment­o definitivo della bambina nella nuova famiglia. Una storia bella, raccontata dal «Mattino», che ha toccato i cuori di tante persone e che ha aiutato a far emergere una realtà triste, ma assolutame­nte attuale. La scelta di adottare un bambino con disabilità è una decisione as- solutament­e coraggiosa. Ne sa qualcosa Sara, mamma di Maria, una ragazza disabile adottata più di dieci anni fa, quando la piccola era affidata a un istituto. «È stata la scelta più bella della mia vita — ha spiegato Sara —. Io e mio marito eravamo volontari in una casa famiglia e Francesca era stata affidata al centro perché allontanat­a dalla sua famiglia di origine. Ogni volta che qualcuno veniva in istituto e vedeva le sue difficoltà andava via. Così decidemmo di chiederla in affido e dopo un lunghissim­o iter abbiamo ottenuto l’adozione. All’epoca Maria aveva tre anni, ora è una bellissima ragazza».

Una scelta coraggiosa che non è stata mai rinnegata da Sara. «Maria ci dona una gioia infinita — continua la mamma —. Lei ha un forte ritardo cognitivo e motorio che, secondo i medici che la seguono e l’hanno seguita, si è aggravato a causa delle mancate cure e dei continui rifiuti ricevuti in tenerissim­a età».

Sara è preoccupat­a per il futuro della sua piccola e di quello che sarà quando lei e suo marito non ci saranno più. Ha paura di altri rifiuti che Maria potrebbe ricevere, ha paura che la sua bambina viva gli stessi traumi subiti da piccolissi­ma.

«Al papà che ha deciso di intraprend­ere questa strada— consiglia Sara — dico solo di amare tanto. Sembra una frase fatta, ma l’amore che si riesce a dare a questi bambini speciali ti torna indietro e ti dona una gioia infinita».

La stessa gioia che ha provato Olga che ha avuto il coraggio e la consapevol­ezza di adottare un altro bimbo con gravi disturbi cognitivi, Michele. Ora Michele è un uomo, ma quando fu affidato alla sua nuova famiglia aveva solo 5 anni.

«Quandoci chiamarono andammo lì senza alcuna esitazio ne—racconta Olga —. Non è come quando vai al mercato e scegli la frutta. Andammo lì e tornammo a casa con Michele. E’ stato bellissimo, il regalo più grande che potessimo ricevere, certo le difficoltà ci sono e sono tante, ma la gioia che riesce a darci nostro figlio è indescrivi­bile. Ora speriamo solo che quando non ci saremo più, Michele riceva lo stesso affetto che proviamo a dargli noi».

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Affetto A Napoli i giudici minorili hanno affidato in prova una bimba affetta da sindrome di Down a un single, decisione rarissima presa sfruttando una norma apposita

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