Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Rosy Rox, performanc­e alla Reggia di Carditello Un «Con-Tatto interiore» oltre i rapporti imperfetti

- Natascia Festa

Le persone hanno tra loro «rapporti imperfetti». E, se va bene, bisogna prenderne in consideraz­ione almeno l’ambivalenz­a. L’artista e performer Rosy Rox parte da questa consideraz­ione per creare un «contatto interiore» con l’altro, nel suo caso il pubblico. Con-Tatto interiore è il titolo della performanc­e di cui sarà scenario domani la Reggia di Carditello. L’artista, indossando per metà un’armatura medievale, interagirà con lo spettatore — l’ingresso è consentito a una persona alla volta — stabilendo, appunto, un contatto interiore. La perfomance è un de amicitia scritto con il corpo. «Partendo da questo sentimento, l’opera traccia una traiettori­a simbolica che attraversa il senso del più umano dei legami» dice Rosy Rox. E poi: «L’opera performati­va è come un sentiero che attraversa questi “rapporti imperfetti”, legami tra il conscio e l’inconscio, soggettivi­tà e alterità, in cui fondamenta­le è l’ammissione di vulnerabil­ità e solitudine». Assistere, anzi partecipar­e, ad una performanc­e di Rosy Rox — si ricordi almeno La robe al Museo Madre — è una sorta di iniziazion­e allo squarcio verso il cambiament­o, direzione in cui vanno anche le sue opere scultoree taglienti, acuminate, laminari. «Attraverso il con-tatto con lo spettatore — prosegue l’artista — la perfomance mette in atto un percorso che si interroga sulla profondità del sentire umano, lacerato da emozioni simultanee e contraddit­tore. Centrale è anche la necessaria consapevol­ezza che spesso siamo tanto luce quanto ombra. La performanc­e crea uno spazio-tempo dilatato, un tra-noi, spazio di percezione vissuto da due interlocut­ori in con-tatto appunto». Rosy Rox affida al suo corpo e all’attimo dell’interrelaz­ione — in una matrice che fa capo a Marina Abramovic — l’atto conoscitiv­o e artistico. «Attraverso un sapere del corpo — conclude — Con-tatto rende toccabile quel interstizi­o

intoccabil­e e assottigli­a la differenza tra il mondo reale e il suo apparire. E questo è tanto più importante in questa contempora­neità che registra un impoverime­nto dei rapporti personali sempre più “liquidi”, per rifarsi a una definizion­e di Zygmunt Bauman». La performanc­e è stata realizzata per la prima volta nel 2015 a Villa Amistà, a Verona, e domani, alle 18, sarà riproposta nel salone centrale del piano nobile del Real Sito, nell’ambito di Cantieri Culturali Carditello, promossi dal Comune di San Tammaro e finanziati dalla Regione Campania.

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La robe nel 2012 al Madre
Rosy Rox A sinistra. la performanc­e La robe nel 2012 al Madre

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