Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Movimenti divisi, nasce Partenope ribelle

A San Domenico Maggiore spaccatura tra i centri che appoggiano il sindaco

- Simona Brandolini

A San Domenico Maggiore nell’imponente Sala del Capitolo ieri sera in una affollatis­sima assemblea Ciccio Merolla e Luca Delgado hanno dato il benvenuto a «Partenope Ribelle» che «c’era già dieci anni fa sulle discariche di Chiaiano e Marano e questa estate contro i nuovi roghi». Ma la sua rinascita sancisce la spaccatura nell’universo politico dei movimenti che appoggiano Luigi de Magistris. Dall’altra parte c’è Ndo, acronimo che sta per Napoli direzione opposta.

NAPOLI Nell’universo politico di Luigi de Magistris ci sono i movimenti di piazza e quelli di governo. La strada dei rivoluzion­ari arancioni s’è, infatti, biforcata. Da una parte Ndo, acronimo che sta per Napoli direzione opposta (al governo principalm­ente) che raccoglie i movimenti storici da Laboratori­o Iskra a Bancarotta di Bagnoli. Dall’altra Partenope ribelle, sirena con kefiah e pugno chiuso, mito e vetero-comunismo in una botta sola. La divisione del mondo demagistri­siano è uno strappo nel tentativo di costruire una soluzione politica una volta chiuso il secondo mandato amministra­tivo. Mai col Pd, ma neanche con D’Alema e Pisapia dovrà prima o poi tradursi in un soggetto che vada oltre il partito personale e familiare Dema.

Per ora si va avanti per rotture. A San Domenico Maggiore nell’imponente Sala del Capitolo Ciccio Merolla e Luca Delgado danno il benvenuto a Partenope Ribelle che «c’era già dieci anni fa sulle discariche di Chiaiano e Marano e questa estate contro i nuovi roghi. E contro jobs act e la dittatura delle banche». La lista continua. La sala s’affolla e le sedie ecologicam­ente di cartone aumentano. Padroni di casa sono Eleonora de Majo (consiglier­a Dema), Ivo Poggiani (presidente di municipali­tà), Rosario Andreozzi (capogruppo Dema) e Pietro Rinaldi (consiglier­e Napoli in Comune a Sinistra). Si aggirano tra la folla, molto radical e molto chic, un’assemblea di gente giusta al posto giusto. L’unica con la kefiah è proprio la sirena Partenope.

Rinaldi tende a ridimensio­nare la rottura con Ndo: «I movimenti sono in movimento per definizion­e. Per ora il percorso sembra diverso, ma alla fine non siamo in contrappos­izione, le strade corrono parallele e molte battaglie sono comuni». Che, tradotto dal politiches­e, vuol dire che alla fine il progetto politico è lo stesso, ma non si può chiedere a chi è radicale di intruppars­i. Egidio Giordano, storico attivista di Insurgenci­a, più diretto: «Sempliceme­nte sapevano che stavamo lavorando a questa iniziativa da un mese e per avere visibilità hanno organizzat­o una conferenza stampa». Insomma scaramucce personali.

Il ribellismo di governo ha parole ribelli e nuovi miti. Su tutti Yanis Varoufakis che sabato scorso ha duettato col sindaco, offrendo palco e spalla proprio ai movimenti. La prima sessione in programma (chiamato capitolo perché vuole essere una nuova narrazione di Napoli): città ribelli contro il ricatto del debito, presenzia l’assessore Enrico Panini. Il secondo: reddito e lavoro nella città della precarietà e del debito (il messaggio è chiaro), parla il leader del coordiname­nto di Lotta per il lavoro, Gino Monteleone con i lavoratori di Napoli servizi, Asìa e Anm. Terzo: l’autonomia delle città ribelli con l’ex sindaco di Bacoli Josi Della Ragione e il deputato curdo Demir Celik. Il quarto è quasi un paradosso: contro la città del decoro, per la città degna, c’è anche Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito ucciso a Roma. E poi Terroni uniti, Napoli bene comune, Comitato Vele di Scampia, Medicina democratic­a.

Gli speaker-attivisti sono Giordano e Andrea Salvo Rossi. Il primo chiarisce subito: «Partenope ribelle nasce da un’idea di creare uno spazio di ragionamen­to con tutti gli attivisti della città. Ognuno di noi viene da un percorso di lotta, ma oggi pensiamo che bisogna aprirsi al dialogo. Questa città ha bisogno di noi». Non della sinistra: «Chi ha nostalgia di D’Alema vada da un medico». Il secondo più o meno confusamen­te tenta un distinguo: «Alcuni compagni e promotori sono protagonis­ti del governo della città. Ma non abbiamo firmato nessuna cambiale in bianco con qualcuno. Non siamo la costola dell’amministra­zione ma neanche contro».

In contempora­nea all’ex Opg comincia la mobilitazi­one di Ndo verso, anzi contro il prossimo G7 dei ministri dell’Interno che si terrà ad Ischia il 19 e 20 ottobre. Quindi una certa distanza ora c’è. E anche interna a Dema visto che tra i sostenitor­i di Napoli direzione opposta ci sono altri due consiglier­i della lista del sindaco Laura Bismuto con Luigi Felaco. È una divisione più formale che di merito: i primi sono più istituzion­ali, i secondi antisistem­a. Quello che appare sempre più chiaro è il fine di de Magistris: mettere a reddito l’esperienza amministra­tiva. Quando? Alle politiche pare di no. Ma ci sono sempre le regionali.

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Assemblea Un momento dell’incontro nella sala del Capitolo
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