Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Un centro per ospitare i discriminati»
L’assessore Gaeta: «Abbiamo già individuato un immobile»
NAPOLI «Lo Stato, il Comune di Napoli, gli enti locali e la Regione Campania, facciano la propria parte, mantengano le promesse perché possa nascere anche a Napoli una casa di accoglienza per persone lgbt vittime di discriminazione e odio». Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli, su questo punto non transige. «Lo abbiamo chiesto ripetutamente ed ora è più che mai importante portare a casa un risultato concreto» spiega, ricordando che sono sei anni che Arcigay ha chiesto un rifugio per le molte persone che non possono più continuare a vivere nelle proprie case.
«C’è una ragazza lesbica di Miano — racconta — che da molte notti dorme con un solo occhio. Il padre, da quando ha saputo della sua omosessualità, tenta ripetutamente di strangolarla nel sonno. E poi ci sono alcuni trans che stanno attraversando momenti altrettanto complicati. Diciamo che a rotazione sono almeno quindici i posti letto che ci occorrono. Abbiamo provato anche a partecipare ad un bando per un bene confiscato, nel centro di Napoli, ma siamo arrivati secondi. Dopo un comitato per il Centro storico».
Ieri mattina Sannino ha incontrato l’assessore alle Politiche sociali, Roberta Gaeta, per chiedere impegni concreti e risposte che possano portare all’individuazione di un immobile entro la fine dell’anno. «La volontà dell’amministrazione c’è — conferma Gaeta — e un immobile è stato individuato. Occorre solo compiere alcuni passi formali per definire il progetto».
Sannino ha ospitato i ragazzi cacciati dai genitori nella sua casa. «Quando si sono rivolti a noi avevano già trascorso una settimana in strada. Questa vicenda getta un fascio di luce su una emergenza tutt’altro che trascurabile» ricorda, sottolineando l’impegno dell’ufficio legale di Arcigay e la solidarietà della rete nazionale lgbt, che ha consentito di poter dare accoglienza ai due ragazzi, prima a Napoli e ora a Roma, dove esiste un rifugio. «La possibilità di offrire a questi due ragazzi una sistemazione e la vicinanza delle Istituzioni, a partire dal sindaco di Casoria, Pasquale Fuccio — che sta valutando la possibilità di aprire un rifugio — stanno restituendo lentamente dignità alle vite di due giovani vittime di una storia triste e profondamente ingiusta» conclude Sannino.