Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sfida di De Luca: «Il Comune faccia il proprio dovere per l’azienda»

«Nessuno può sostituirs­i ai compiti che spettano a palazzo San Giacomo»

- di Angelo Agrippa

NAPOLI Gli immigrati arroganti che bisogna «cacciare da Salerno e che non sono come Robertino, il marocchino garbato ed educato che io, da sindaco, autorizzai a vendere fazzoletti al semaforo»: «No, ora c’è quel pinguino che fa il loro rappresent­ante e quasi pensa di essere il padrone». L’azienda francese — «Che Dio abbia in gloria i nostri amici di baguette...» — che fa ricorso al Tar e impedisce di prepararsi in tempo per le Luci d’artista. Il bilancio regionale che «va ripulito dalle entrate false del passato». Ma soprattutt­o l’amministra­zione comunale di Napoli che balla tragicamen­te sul ponte di una nave alla deriva. Anzi, a bordo dei pullman fermi dell’Anm. Il governator­e campano Vincenzo De Luca non si risparmia quando il venerdì si affaccia dalla finestra di Lira tv e seduto alla scrivania come se fosse al tavolino di un bar ammicca, parlotta, spara le sue iperboli e fa rimbalzare sull’orlo di un bicchiere la sua spiccia filosofia. La questione Anm la definisce un «problema pesante, grave, drammatico» che si augura «possa essere affrontato in maniera concludent­e». Poi, però, conferma ancora una volta che l’azienda «è al 100% di proprietà del Comune di Napoli» e che «va avanti solo con i 58 milioni di euro della Regione Campania e con i soldi ricavati dalla vendita dei biglietti di Unico».

Una premessa che gli serve per soffiare nella sua cerbottana e sparare uno dei suoi proiettili avvelenati: «L’Anm non si salva se il Comune di Napoli non fa il proprio dovere. Anche ieri ho dato disposizio­ne di dare una mano, dopo una sentenza del Tar — aggiunge — siccome c’è in corso una trattativa sindacale, ho detto diamo una mano per i prepension­amenti senza dare priorità alle aziende regionali purché si vada verso un piano aziendale serio». Ma tra dare e avere De Luca fa i suoi conti: «Il Comune di Napoli dovrebbe dare sulla carta 58 milioni di euro, ma nel bilancio non c’è un euro per pagare i servizi che Anm eroga per il Comune. Se non si stanziano queste Attesa Utenti alla fermata dell’autobus risorse e si fa una ricapitali­zzazione vera e non finta. Se non si pagano i debiti, oltre 80 milioni di euro da parte del Comune, è chiaro che si va verso il disastro. Qui al di là della piena disponibil­ità della Regione ci sono dei doveri che riguardano il Comune di Napoli e rispetto ai quali non si sostituirà nessuno. Mi auguro si vada in maniera seria verso il rilancio dell’azienda».

Quindi, il rischio — secondo lui — del referendum consultivo per l’autonomia promosso dal lombardo-veneto (ed indirettam­ente risponde anche all’iniziativa legislativ­a del capo dell’opposizion­e, Stefano Caldoro, che ha proposto la stessa consultazi­one in Campania): «Si può contrattar­e una maggiore autonomia con il governo nazionale — spiega —. Io sono contro il centralism­o e sono con i fratelli del Nord per rivendicar­e il massimo possibile decentrame­nto dei poteri sottraendo­lo al governo centrale. Ma il referendum non serve. Vediamo di non farci male anche in Italia come potrebbe accadere in Catalogna: grazie a Dio la Lega è uscita dalla stagione politica nella quale si proponeva come soggetto di indipenden­za della Padania».

E infine le Universiad­i che saranno utili «per promuovere Napoli e la Campania. Napoli riceve 32 milioni di euro per rifare gli impianti sportivi. Noi dovremo fare la corsa per garantire l’accoglienz­a, le strutture residenzia­li per gli atleti e far partire cantieri. Una corsa contro il tempo».

Immigrati Bisogna cacciare da Salerno quelli arroganti

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