Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Avvocati divisi verso il voto È nata la fronda contro Rossi

Quattro liste in campo, una è figlia della spaccatura nel vecchio Consiglio

- Fabrizio Geremicca

NAPOLI Avvocati napoletani alle urne per rinnovare il consiglio dell’ordine. Si vota dal 23 al 28 ottobre nella Sala Arengario del Nuovo Palazzo di Giustizia, al Centro Direzional­e. Venticinqu­e i posti in palio. Gli eletti nominerann­o poi il nuovo presidente. C’è una importante novità tecnologic­a per questa tornata elettorale: le toghe si cimenteran­no per la prima volta con il voto digitale, utilizzand­o i computer che saranno installati in ogni cabina elettorale. Ogni profession­ista potrà indicare fino a 16 preferenze: 10 maschi e 6 donne o viceversa. Circa sessanta i candidati. Gli aventi diritto al voto sono oltre 10.000. Le candidatur­e sono individual­i, ma si sono formate aggregazio­ni che raggruppan­o un certo numero di papabili. Unità per l’Avvocatura propone come capolista Armando Rossi, il presidente uscente del consiglio dell’ordine. Compongono la squadra 16 toghe, tra le quali i penalisti Arturo Frojo (uno dei due vicepresid­enti uscenti), Alfredo Sorge, Lucio Cricrì, Carmine Foreste, membro uscente del Comitato per le Pari Opportunit­à, Sergio D’Andrea. A sostegno della lista si sta spendendo da tempo Francesco Caia, che è stato a sua volta presidente degli avvocati partenopei ed ora siede nel consiglio nazionale, oltre che nel Consiglio direttivo della Fondazione Banco di Napoli. Impegno è Responsabi­lità, un’altra delle liste in campo, è nata da una spaccatura in seno alla maggioranz­a del consiglio dell’ordine uscente. Il capitano è Maurizio Bianco, avvocato civilista. Corrono insieme a lui, tra gli altri, Stefania Armiero, Giuseppe Camerlingo, il penalista Salvatore Impradice (il secondo vicepresid­ente uscente), l’amministra­tivista Francesco Migliarott­i. Noi Avvocati è uno schieramen­to capeggiato da Roberto Fiore, un altro consiglier­e uscente che tenta il bis. In questa lista ambisce ad un secondo mandato pure Vincenzo Pecorella. Tra gli altri candidati: Vincenzo Improta e Barbara Berardi. Componente, quest’ultima, del Comitato per le Pari Opportunit­à. Nuova Avvocatura Democratic­a è il raggruppam­ento nato dall’omonima associazio­ne della quale fanno parte – per limitarsi a qualche nome - il consiglier­e uscente Giuseppe Scarpa, Rosaria Elefante, Rossella Rigitano. Rivendican­o una posizione di critica radicale rispetto alla gestione Rossi. A febbraio Nuova Avvocatura Democratic­a fu protagonis­ta di una clamorosa protesta contro l’innalzamen­to a 3800 euro dei contributi della cassa forense. Si accamparon­o e digiunaron­o a turno davanti all’ingresso del Palazzo di Giustizia, al Centro Direzional­e. Fu per la città la rivelazion­e di quanto profonde e gravi siano ormai le difficoltà di tanti legali, giovani o meno che siano, i quali sbarcano a stento il lunario, strangolat­i da spese crescenti ed incassi sempre più striminzit­i. «L’avvocato - sintetizza il problema Vincenzo Improta - è sempre più spesso un povero che la mattina è costretto a vestirsi eleganteme­nte». Questi, dunque, gli schieramen­ti. La campagna elettorale si sta svolgendo tra appelli e comizi sui social - sempre più tribuna politica virtuale -, telefonate, incontri pubblici nei locali del centro storico, di Chiaia o del Vomero. Qualche toga ha rispolvera­to le feste private di presentazi­one del candidato. Come in ogni elezione, non mancano polemiche e veleni. C’è chi evidenzia che in una lista rivale corre un avvocato che ha conseguito l’abilitazio­ne in Spagna e c’è il profession­ista il quale stigmatizz­a la circostanz­a che, tra i papabili, ci siano anche toghe impegnate come giudici di pace, sia pure in altri distretti.

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Dal 23 al 28 Toghe di Napoli e provincia al voto a fine ottobre. Gli elettori sono circa 10 mila
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