Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Dal Vesuvio all’Etna ripulendo i sentieri»
Il regista calabrese ha presentato ieri al festival milanese Visioni dal mondo «Immondezza», ispirato a Pasolini, e racconta: «Non ho filmato le discariche ma i volontari e la bellezza del Sud»
Un documentario in cui tutti i protagonisti corrono, dal Vesuvio all’Etna, tra bellezza e aggressione dell’ambiente. Si intitola «Immondezza», lo firma Mimmo Calopresti ed è stato presentato ieri, in anteprima assoluta, a Milano, nell’ambito del Terzo Festival Internazionale del Documentario «Visioni dal mondo. Immagini della realtà». Il doc — con la sceneggiatura di Daniela Riccardi ed Emanuela Rosio — verrà premiato all’Awareness Film Festival di Los Angeles.
«Il titolo è un omaggio a Pier Paolo Pasolini che filmò a Roma uno sciopero degli spazzini» dice Calopresti. «Ho scelto di partire dal Vesuvio perché è uno dei simboli dell’equilibrio precario nel quale viviamo. Mi intriga per quell’alone di tragedia imminente che emana e per quel viscerale rapporto di amore ed odio che scatena. La mia idea originaria era quella di legare due vulcani, il Vesuvio e l’Etna, per raccontare il Sud e sottolineare come la bellezza di queste aree sia spesso mortificata dall’incuria e dall’abbandono».
«L’idea di Immondezza — prosegue Calopresti — prende spunto da Keep clean and run, ideato da rifiutologo Roberto Cavallo, che vede sportivi e testimonial correre lungo lo Stivale per ripulire l’ambiente e sensibilizzare la popolazione a non deturpare coste, fiumi, città. A me non interessava mostrare le discariche, ma rimarcare il concetto che la sostenibilità promuove il turismo e crea ricchezza. E che non possiamo non difendere la bellezza dalla “immondezza”, termine inteso anche in senso metaforico». Non solo il vulcano. «Nel mio viaggio da Napoli all’Etna — conclude il regista calabrese — ho fatto tappa a Paestum non solo perché è sede di un’importante cartiera per il riciclo della carta, ma soprattutto perché in quell’area Legambiente orga- nizza con volontari e migranti la pulizia di quei magnifici luoghi, meta dei turisti di tutto il mondo che, però, hanno l’abitudine di “sporcare”, di abbandonare le bottigliette d’acqua lungo il percorso, mortificando l’estetica di quei magnifici e millenari monumenti».