Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Delitto Materazzo, ci fu premeditaz­ione

Per l’omicidio è indagato il fratello minore, al padre della sua ex contestate false dichiarazi­oni al pm

- Titti Beneduce

NAPOLI Caso Materazzo, la Procura chiude le indagini e invia due avvisi: uno, per omicidio premeditat­o, a Luca Materazzo, fratello minore di Vittorio, la vittima; l’altro, per false dichiarazi­oni al pm, all’ingegner Domenico Giustino, padre di Mariangela, la giovane che per undici anni è stata la fidanzata di Luca. Due posizioni molto diverse, quindi. Luca, sospettato da subito, è destinatar­io di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ma è riuscito a scappare prima di farsela notificare. A Giustino, invece, i pm Luisanna Figliolia e Francesca De Renzis, che indagano con il coordiname­nto del procurator­e aggiunto Nunzio Fragliasso, contestano di aver negato, quando fu ascoltato in Procura, di avere avuto contatti con le sorelle e i cognati di Luca dopo i funerali di Vittorio; circostanz­a che, invece, risulta evidente dai tabulati telefonici.

Vittorio Materazzo fu assassinat­o il 28 novembre dello scorso anno in viale Maria Cristina di Savoia, davanti all’abitazione di famiglia. L’assassino gli sferrò una quarantina di coltellate, in particolar­e al torace, spalle, volto e gola; l’ingegnere non ebbe scampo e si accasciò al suolo proprio davanti al portone. Tra i primi a soccorrerl­o l’avvocato Luigi Ferrandino, che lo assisteva. I familiari puntarono subito il dito contro Luca, che da tempo aveva pessimi rapporti con il fratello per motivi economici ed era anche stato da lui denunciato. Lui si presentò dopo poco sulla scena del delitto, vestito in modo improbabil­e e con un alibi non proprio blindato. Abbandonat­i in una zona buia non distante dal luogo del delitto, la polizia trovò indumenti insanguina­ti e due coltelli. Alcune settimane dopo, dall’esame del Dna compiuto su quegli oggetti, si ebbe la certezza che a uccidere era stato Luca Materazzo (che è difeso dagli avvocati Gaetano e Maria Luigia Inserra). Nel frattempo, però, lui aveva già fatto perdere le tracce. Una strategia: aveva finto di non avere nulla da temere, tant’è che si era sottoposto senza difficoltà al prelievo di un campione di saliva per l’estrazione del Dna.

Nei mesi scorsi Luca Materazzo era stato indagato anche per l’omicidio del padre, Lucio, avvenuto in circostanz­e poco chiare nel 2014 nell’appartamen­to che condividev­a con il figlio minore. La riesumazio­ne della salma e l’autopsia, tuttavia, non erano state sufficient­i a dimostrare che si era trattato di una morte violenta, come Vittorio ipotizzava, e di conseguenz­a la Procura ha chiesto l’archiviazi­one delle accuse nei suoi confronti. Vittorio Materazzo più volte aveva sollecitat­o ai magistrati approfondi­menti sulla morte del padre, suscitando le reazioni furiose di Luca.

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