Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Risse e aggressioni, movida fuori controllo De Luca chiede interventi mirati a Minniti
Clima teso tra residenti e popolo della notte. Si pensa alla chiusura di alcune strade
Da Chiaia al Vomero le strade della movida sono occasione di forti tensioni tra i residenti e il popolo della notte. Risse e aggressioni susseguono ormai quasi ogni sera. Intanto il governatore Vincenzo De Luca ha incontrato a Roma il ministro degli Interni Marco Minniti, per parlare di sicurezza urbana. E gli ha chiesto attenzione e risorse per affrontare e prevenire casi come quello di via Aniello Falcone.
NAPOLI In via Aniello Falcone un attivista antimovida viene aggredito nel portone di casa dai titolari dei locali notturni contro cui protesta. In via Cavallerizza un residente lancia un vaso di coccio da un balcone per disperdere la folla di urlatori notturni, clienti di un baretto vicino. In vicoletto Belledonne da una finestra viene scaraventata sull’instancabile popolo della movida una secchiata d’acqua ....
Istantanee dalla notte napoletana dove, ad un passo dall’inverno, il caos è tornato insieme con una folla di nottambuli entusiasti e indisciplinati. Nella panoramicissima via Aniello Falcone, nei vicoli stretti di Chiaia, al centro storico i nervi sono di nuovo a fior di pelle. Le esigenze dei residenti — che rivendicano il diritto a qualche ora di sonno — e quella dei giovani che esigono un divertimento sregolato a tutti i costi sono destinate a non incontrarsi.
Il Comune di Napoli sul fronte della vita notturna ha messo in campo «contromisure» tiepide. C’è un patto di autoregolamentazione — ma non è vincolante — che stabilisce che la chiusura dei locali è prevista alle 2 dalla domenica al mercoledì e alle 3 dal giovedì al sabato. Il patto prevede che i locali non possono proporre offerte speciali di alcolici, che non possono essere comunque serviti a minorenni, e che dopo le 22.30 non possono vendere bibite da asporto.
Un patto disatteso, accolto criticamente dai residenti e con freddezza da molti gestori dei locali che non intendono uniformarsi a regole che non hanno valore giudirico. Un «accordo» peraltro frutto di una «strigliata» del Prefetto — al palazzo di Governo di Napoli c’era Gerarda Pantalone — che pretese l’adozione di contromisure rispetto al caos.
E decise di affidare i controlli nelle aree calde all’esercito, arrivato in primavera e affiancato a turno dai rappresentanti di polizia, carabinieri e vigili urbani. Un freno alle coltellate e ai colpi di rivoltella, che pure ci sono stati nei mesi scorsi durante le notti calde di Chiaia e del centro storico, ma non un rimedio al disordine, ai motorini che sfrecciano in tutte le direzioni, alle centinaia di persone che rendono difficile finanche attraversare a piedi i vicoli, agli schiamazzi.
Non una soluzione per un fronte del commercio che ha proliferato in una indifferenza che ha portato pubblici esercizi in locali di pochi metri quadrati. Una stanza appena, un bancone, scaffali per gli alcolici e il gioco è fatto, restando in regola. Ma nei fatti il bar «vive» in strada e i clienti utilizzano il marciapiede per trascorrere la serata. In genere l’occupazione suolo è regolare e riguarda qualche tavolino, con sedie, ma il grosso degli avventori si muove come un’onda da un bar all’altro. La fascia oraria peggiore è, di venerdì e sabato, dopo le 23. I baretti vengono presi d’assalto da giovanissimi la cui priorità non è consumare, ma fare capannello , tirando l’alba.
Intanto c’è chi si organizza in proprio, come i titolari dei locali di via Ferrigni. Sono decisi a chiudere, con la benedizione del Comune, la strada e a farne un borgo. Idea intelligente, che avrebbe un senso se fosse inserita in un reale piano di pedonalizzazione dell’area. Oltre le parcellizzazioni e le non decisioni. Ma anche questo pesa come un macigno sui destini incerti e debordanti della movida fuori controllo: manca un reale piano traffico.Intanto il governatore Vincenzo De Luca ha incontrato a Roma il ministro degli Interni Marco Minniti, per parlare di sicurezza urbana. E gli ha chiesto attenzione e risorse per affrontare e prevenire casi come quello di via Aniello Falcone. Perché i controlli appaiono poco efficaci e non centrati.