Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Una settimana dedicata a don Milani Omaggio dell’arte al prete innovatore

Napoli dedica una settimana di incontri, proiezioni e spettacoli al prete innovatore Chille de la Balanza in scena alla Galleria Toledo con «Lettera a una professore­ssa» Domani al cinema Hart le uniche immagini girate nella Scuola del sacerdote nel ‘65

- di Natascia Festa

«Ho letto la Messa. Sai che è più interessan­te dei Sei personaggi in cerca d’autore?». Così nel 1941 il giovane Lorenzo Milani scriveva al suo amico d’infanzia Oreste Del Buono. Molto ben nato nella Firenze degli anni Venti — era nipote del filologo Domenico Milani Comparetti — il futuro don Milani all’epoca era convito di voler fare il pittore. Un paio di anni dopo entrerà invece in seminario e diventerà un «prete di frontiera» prima che esistesse la definizion­e. Morirà a soli 44 anni e ora, a 50 anni dalla scomparsa, il Comune di Napoli gli dedica un programma di eventi, la Settimana Don Milani, presentata ieri a Palazzo San Giacomo dagli Assessori alla Scuola, Anna Maria Palmieri, ai Giovani, Alessandra Clemente e alla Cultura Nino Daniele *organizzat­a con una rete di associazio­ni e riviste (tutte nella scheda a destra). Dal 21 al 27 ottobre, incontri, spettacoli teatrali e film. Con una prevue di raro interesse domani all’Hart (alle 19) dove sarà proiettato Barbiana 65, documentar­io che recupera integralme­nte il materiale girato da Angelo D’Alessandro nel dicembre del 1965 e ha come protagonis­ti lo stesso don Lorenzo Milani e i suoi allievi. Documento prezioso perché il regista, che s’era arrampicat­o in quella frazione per un’inchiesta sull’obiezione di coscienza, fu l’unico a cui il priore concesse di fare riprese nella sua «comunità».

Barbiana, frazione di Vicchio in provincia di Firenze, fu la «trincea» di don Milani che qui fondò — accogliend­o piccoli diseredati da case senza acqua, gas e luce — una scuola destinata a sconvolger­e tutti: chiesa e pedagoghi compresi. Per spiegare quell’esperiment­o illuminato presero la parola gli allievi stessi che risposero alle critiche in Lettera a una professore­ssa, un j’accuse — scritto col loro priore — nei confronti della scuola tradiziona­le, «quell’ospedale che cura i sani e respinge i malati». Da quest’opera nasce uno dei momenti centrali della Settimana, lo spettacolo omonimo allestito dalla compagnia Chille de la Balanza, fondata a Napoli nei ’70 e da molti anni residente nell’ex-manicomio di San Salvi-Firenze. La pièce, che porta la firma di Claudio Ascoli, è prodotta con Regione Toscana, Comuni di Firenze, di Vicchio, il Centro Formazione e Ricerca don Lorenzo Milani e la stessa Scuola di Barbiana. Dal 25 al 27 ottobre (20.30) a Galleria Toledo la Lettera dei Chille propone, in base al metodo don Milani, tre scritture collettive con la partecipaz­ione attiva degli spettatori: Vita di don Lorenzo a cura di Claudio Ascoli, Imparar facendo con Sissi Abbondanza che costruirà elementi scenici e una scultura sulle tracce di Duchamp assembland­o materiali «milaniani»; Ho disegnato Lettera a una professore­ssa con SignoraB (Monica Fabbri). Quest’ultima è diventata anche un libro che sarà presentato martedì 24 ottobre (alle 18) alla Feltrinell­i di piazza dei Martiri. Tra gli altri eventi, segnaliamo il 23 ottobre (alle 16.30) l’incontro Valeria Milani Comparetti (nipote), autrice del volume Don Milani suo padre, carezzarsi con le parole; il 27, in piazza Municipio, La scuola ne combina di tutti i colori: festa di piazza delle bambine e dei bambini a colori delle scuole napoletane per sostenere legge sullo ius soli e, lo stesso pomeriggio, al Pan, il docufilm La città adattabile sulle vicende scolastich­e e di vita di alunni con disabilità.

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 ??  ?? Ricordi e disegni In apertura, lo spettacolo «Lettera a una professore­ssa» A sinistra immagini da «Ho disegnato Lettera...». Sopra, don Milani a Barbiana
Ricordi e disegni In apertura, lo spettacolo «Lettera a una professore­ssa» A sinistra immagini da «Ho disegnato Lettera...». Sopra, don Milani a Barbiana
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