Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Tassa sui rifiuti Un locale paga fino a dieci volte più di una casa
La Tari a Napoli come in tutta Italia, è la tassa sui rifiuti che si paga sugli immobili siano essi utenze domestiche o locali. Secondo il regolamento pubblicato sul sito del Comune, l’ammontare della tassa è stabilito da una serie di coefficienti, ma la legge prevede anche delle riduzioni. E tra queste ci sono ad esempio le scuole. Nello specifico l’imposta come previsto dal regolamento IUC si applica a: locali quindi strutture fissate stabilmente al suolo chiuse da ogni lato o su tre lati verso l’esterno. Aree scoperte sia che si trattino di superfici senza edifici o strutture edilizie sia gli spazi circoscritti che non costituiscono locali come ad esempio tettoie, balconi, terrazze, campeggi, discoteche e cinema all’aperto o parcheggi.
Utenze domestiche: cioè tutte le superficie adibite ad abitazione. La Tari sulle case a Napoli si calcola in base alla superficie calpestabile degli immobili così come iscritta nel Catasto urbano, escludendo le parti con altezza inferiore a un metro e mezzo, più il numero degli occupanti (più occupanti maggiore immondizia prodotta).
La tariffa Tari si articola in due tipi di fasce una domestica e l’altra non domestica, quest’ultima determinata in base all’attività svolta, quantità di rifiuti prodotti. Per quanto riguarda ristoranti, pub e bar la quota fissa è di 16,53 euro a metro quadro e quella variabile 25,8. Insomma per un appartamento di 100 metri quadrati si deve pagare circa 400 euro l’anno per la tipologia media. Per un locale della stessa metratura 4.700 euro.