Corriere del Mezzogiorno (Campania)

I custodi del mito di Chetta e Perillo alla Settimana italiana nel mondo

- R. C.

L’idioma italiano non è mai stato monolitico. È perciò possibile trovare la lingua napoletana, che dell’italiano assume la radice per poi fiorire a modo suo, nel vasto programma della Settimana della Lingua Italiana nel mondo (XVII edizione, fino al 22 ottobre), in particolar­e nel carnet di eventi dell’Istituto italiano di cultura di Montréal.

Per lingua si intende però non solo la parlata ma il linguaggio, l’espression­e. Il fil rouge della Settimana - che si avvale dell’Alto patronato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella - sarà infatti «L’italiano al cinema, l’italiano nel cinema». Napoli vi rientra in quattro occasioni. Oggi figurano nel programma dell’Istituto italiano di cultura a Montréal due appuntamen­ti. Il primo: la proiezione del documentar­io «Mirabiles, i custodi del mito» di Alessandro Chetta e Marco Perillo. Un excursus nei Campi Flegrei dell’archeologi­a dimenticat­a attraverso i ritratti dei volontari che custodisco­no numerosi siti, soprattutt­o a Miseno (Cisterna della Dragonara, Teatro romano, Piscina Mirabilis, Tomba di Agrippina). Nello stesso giorno è fissato il convegno «Le vie musicali del dialetto napoletano fra poesia, teatro e cinema» con lo scrittore Francesco Palmieri. E poi: la comprensib­ilità e l’esportazio­ne dell’idioma, dalla parodia della Piccola borghesia di Ferdinando Russo al fenomeno della «macchietta» e, ancora, dal backstage muto di «Assunta Spina» alla commedia eduardiana. Giovedì 18 tavolo incentrato su un fenomeno social, Casa Surace, brillanti videomaker campani che giocano sui luoghi comuni Nord-Sud. Titolo dell’incontro a cui prende parte Alessandro Chetta è, appunto, «Casa Surace: italiano, parlate e costumi dei fuori sede». Il terzo appuntamen­to è sabato 21 con la conferenza (e reading) dal titolo «Le parlate dell’italiano fra Roma e Napoli: cinema, teatro e poesia». Dalla Capitale a Napoli: Palmieri trae spunto dal film «‘O re» di Luigi Magni (1989) che dal Tevere mise Partenope nel binocolo, scrutandol­a da lontano. Infine, del versante flegreo tratterà Alessandro Chetta sul tema «La parlata dei custodi del mito flegreo».

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