Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Le Ferrovie hanno già bonificato l’area destinata al parcheggio

Erano stati abbandonat­i seimila metri cubi di materiale edile

- F. P.

NAPOLI Seimila metri cubi di materiale edile: tubi arrugginit­i, scheletri metallici, pannelli di plastica e centinaia di cumuli di laterizi. Erano poggiati sul quel terreno che sarebbe stato destinato al parcheggio ovest della stazione Tav di Afragola. Un’area che nel progetto finale dovrebbe ospitare quasi duemila auto.

Tutto attorno un cantiere in fermento, tra gru che innalzavan­o pezzi dello scheletro di quella che sarebbe diventata l’opera più importante del Mezzogiorn­o, camion che scaricavan­o colate di cemento vivo, uomini che si arrampicav­ano per metri e altri che scavano nel sottosuolo. Nel parcheggio era tutto fermo perché lì era come se fosse una sorta di discarica a cielo aperto.

Eppure quei lavori bisognava farli, bisognava completare l’opera in tempo. Quegli scarti però andavano prima classifica­ti, e successiva­mente l’area bonificata. E così è avvenuto: tutto in regola, tutto secondo la legge ambientale molto rigida in un territorio, come quello di Afragola, che ricade nella tristement­e nota Terra dei Fuochi, stuprata per anni da scarichi interrati.

Lo ha riferito con certezza Maurizio Gentile, l’amministra- tore delegato di Rfi, il quale in una intervista spiegò, passaggio dopo passaggio, com’era la situazione di quel cumulo di rifiuti lasciato lì.

Una parte di parcheggio è comunque poi finito sotto sequestro su disposizio­ne della Procura di Napoli di Nord perché si ritiene che al di sotto siano stati occultati negli anni materiali tossici di provenienz­a incerta: non è certo responsabi­lità delle Ferrovie che in questa storia è di sicuro parte lesa.

Dal canto suo Rfi si è sempre dimostrata collaborat­iva con i magistrati e per far si che la verità non abbia nessun grado di interpreta­zione ha anche nominato tecnici qualificat­i che hanno partecipat­o a tutte le operazioni di carotaggio che sono in corso in questi giorni. Per quanto riguarda invece i rifiuti che insistevan­o sul parcheggio e che sono stati oggetto della lettera inviata dalla società Afragola Fs a cinque enti istituzion­ali, fu proprio l’amministra­tore delegato di Rfi a spiegare a fine giugno, poco dopo l’inaugurazi­one della superstazi­one denominata «Porta del Sud», tutti i passaggi che aveva portato alla bonifica dell’area.

Spiegò che si trattava di circa seimila tonnellate di scarti poggiati su un grandissim­o telone e che furono trovate nel cantiere alla fine di febbraio del 2016 dagli operai addetti ai lavori. Con procedure secondo la norma furono eseguite delle verifiche e secondo quanto ricostruit­o da Rfi, furono sollecitat­e proprio da Città metropolit­ana di Napoli. Verifiche chiarament­e di carattere ambientale.

Fu accertato, da tecnici specializz­ati che hanno documentat­o fino all’ultimo centimetro di materiale, che non si trattava di scorie tossiche, ma soprattutt­o di materiale edile di risulta che probabilme­nte era stato lasciato lì dalla ditta che prima aveva in carica i lavori ed era fallita. Così dopo le verifiche fu tutto smaltito in una discarica. Questo accadeva a marzo del 2016. Nell’aprile successivo l’inter di bonifica dell’intera area del parcheggio fu ultimato.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy