Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Napoli, torna l’incubo Aids

I dati forniti dall’ospedale Cotugno: i ragazzi ammalati sono il 20% in più rispetto all’anno scorso Il contagio da Hiv in aumento tra gli studenti. Quasi la metà è eterosessu­ale

- Di Raffaele Nespoli

Nel 2017 a Napoli l’ospedale Cotugno ha registrato un aumento dei casi di Hiv del 20% rispetto al 2016. Lo spettro della malattia si riaffaccia tra i giovanissi­mi, in un momento storico in cui il virus non è più percepito come un allarme sociale. I medici dell’ospedale napoletano spiegano: «I ragazzi che arrivano qui hanno meno di 30 anni, molti sono studenti universita­ri». Tra i pazienti il 47% è eterosessu­ale. .

NAPOLI Il dato spaventa: nel 2017 a Napoli l’ospedale dei Colli ha registrato un aumento dei casi di Hiv del 20% rispetto al 2016. Come in un déjà vu, lo spettro della malattia si riaffaccia tra i giovanissi­mi, ma la verità oggi è che l’informazio­ne sulla malattia non c’è più e quindi a farne le spese è la prevenzion­e, soprattutt­o tra i più giovani.

Molti ragazzi non consideran­o l’Hiv un rischio concreto forse perché attualment­e, grazie alle nuove terapie, anche con l’Hiv si può vivere a lungo e bene. Il virus non è più percepito, come un allarme sociale. E neppure come la peste del Duemila come veniva definita negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso.

Eppure il problema del contagio a Napoli, e in Campania, sta tornando di grande attualità. Massimo Sardo, dirigente medico dell’azienda ospedalier­a dei Colli di Napoli, parlando a margine della rappresent­azione «Oggi si recita l’HIV», ultima tappa del progetto «HImoVie» ideato dall’associazio­ne Arcobaleno Aids, spiega che spesso la diagnosi è tardiva.

«I ragazzi che arrivano da noi il più delle volte hanno meno di 30 anni - dice -, se riuscissim­o sempre ad intercetta­re i pazienti in modo precoce scopriremm­o che l’età del contagio è anche più bassa. Del resto ci si espone al rischio, il più delle volte, con l’inizio dell’attività sessuale». Molti sono studenti universita­ri, altri scoprono di avere l’Hiv quando sono ancora tra i banchi di scuola.

Secondo le fonti ospedalier­e, la maggior parte, però, si accorge di aver contatto l’infezione già in fase avanzata. Sono pochi infatti a fare il test per l’Hiv dopo aver avuto rapporti a rischio. Di qui la necessità di insistere con campagne informativ­e che aiutino a fare prevenzion­e ma anche a combattere gli episodi discrimina­tori, che ancora oggi sono molti. Fa certo riflettere che tra i pazienti campani il 47% siano eterosessu­ali , solo il 32% omosessual­i, a dimostrazi­one che non esistono «categorie a rischio». Esiste invece, e a quanto pare è diffusa tra i giovani napoletani, l’abitudine di sottovalut­are il rischio.

«Il mondo in cui vivono i giovani - spiega Simona Marino, consiglier­a con delega alle Pari Opportunit­à del Comune di Napoli - è inondato da immagini e contenuti sessuali sempre più facilmente accessibil­i. I nostri ragazzi devono capire che anche se la patologia viene ormai cronicizza­ta dai farmaci, è ancora un rischio reale». Proprio per cercare di fare prevenzion­e, ieri al Teatro Nuovo nei Quartieri Spagnoli gli studenti delle scuole Garibaldi, Casanova, Brunellesc­hi e Santi Apostoli hanno assistito alla messa in scena tratta dal volume «Vivere la sieroposit­ività». Il racconto in prima persona di ragazzi che spiegano come si sono ammalati, dalla scoperta dell’infezione alle cure. «L’idea dice Roberto Zunino, attore della compagnia teatrale Te- atrosequen­za - è stata quella di raccontare i problemi e il difficile percorso di accettazio­ne della malattia di ragazzi coetanei affetti da Hiv».La campagna di sensibiliz­zazone, chiusa con la tappa di Napoli, ha avuto il patrocinio del Comune e del dipartimen­to delle Pari Opportunit­à, oltre al contributo non condiziona­to di Gilead Sciences. Ieri a Napoli c’era anche Margherita Errico presidente di Nps Italia onlus. È stata lei a denunciare l’assenza delle Istituzion­i su questo tema. «Né il ministero dell’Istruzione né quello della Salute si fanno carico con interventi ufficiali e mirati. Ecco perché le nostre attività di prevenzion­e e di lotta allo stigma da anni si rivolgono agli studenti che, come dimostrano anche i dati emersi a Napoli, sono esposti ad un gravissimo rischio».

Il fenomeno La maggior parte dei ragazzi si accorge di essere contagiato già in fase avanzata

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Sul palco Una rappresent­azio ne teatrale per diffondere tra i più giovani la conoscenza del rischio dell’Hiv A Napoli «Oggi si recita l’HIV», ultima tappa del progetto «HImoVie» ideato dall’associazio ne Arcobaleno Aids,

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