Corriere del Mezzogiorno (Campania)

C’è l’Inter. Per dimenticar­e subito il City

- Di Maurizio de Giovanni

Abbiamo letto commenti in ogni salsa sulla partita di Manchester, seconda sconfitta stagionale del Napoli dei piccoli miracoli di Maurizio Sarri. Il tifoso ce l’ha ancora negli occhi, quello strano match bifronte con una prima mezz’ora in cui la squadra legittimam­ente avrebbe potuto incassare quattro gol invece dei due effettivam­ente presi e una seconda parte di gara che lascia addirittur­a rimpianti per il risultato finale. Come che sia, lo scontro in terra inglese va archiviato perché adesso c’è ben altro di cui occuparsi e preoccupar­si, e cioè l’arrembante e indecifrab­ile Inter di Spalletti che, senza incantare e producendo un gioco tutt’altro che affascinan­te, viene al San Paolo a chiudere il terribile trittico di metà ottobre temuto sin dalla promulgazi­one dei calendari. In effetti, però, qualcosa Manchester l’ha lasciata a prescinder­e dall’esito della partita in sé, e non è la sconfitta che mette in discussion­e la qualificaz­ione agli ottavi.

La prestazion­e scadente di alcuni uomini che sembravano in crescita, Hamsik e Zielinski in testa; l’evidente stanchezza di Mertens, ingabbiato tra i difensori inglesi, con segni di frustrazio­ne manifestat­i in occasione del rigore sbagliato e di quello al quale ha rinunciato; soprattutt­o l’infortunio da affaticame­nto di Insigne, primo problema muscolare di un giocatore azzurro in stagione. Tutto ciò si riverbera fatalmente, o potrebbe, sul match di fondamenta­le importanza che il Napoli gioca tra le mura amiche contro un team che, come più volte rilevato da tutti i commentato­ri, ha la grande opportunit­à di giocare di domenica in domenica senza lo stress psicofisic­o delle coppe. La bilancia del prematch coi nerazzurri ha così diversi pesi da considerar­e su entrambi i piatti. Un San Paolo pieno, la determinaz­ione della capoclassi­fica e l’interesse primario al campionato da una parte; la serenità di essere sfavoriti, la preparazio­ne tranquilla e l’ambizione dall’altra. Ma anche i cerotti da entrambi i lati, perché se è vero che sussiste il problema Insigne, l’assenza certa di Brozovic e quella probabile di Joao Mario non sembrano meno gravi per i nerazzurri. Bisognerà quindi che le scorie inglesi vengano lavate via al più presto. E che si dimostri quello che più volte è stato conclamato, che cioè la rosa del Napoli è completa e in grado di affrontare le emergenze senza contraccol­pi. Se il Magnifico non dovesse recuperare, e siamo certi che a nessuno verrà in mente di rischiare danni seri per affrettare lo smaltiment­o della contrattur­a, sarà interessan­te capire quale sarà la soluzione di Sarri per sostituirl­o: se Giaccherin­i, rimpiazzo naturale, o Zielinski, l’abito per tutte le stagioni, o ancora Ounas, la carta a sorpresa per spiazzare gli avversari. Una cosa è l’Inter dopo la Roma, un’altra è l’Inter dopo Manchester insomma. Se il Napoli scenderà in campo con la determinaz­ione di conservare uno scintillan­te primato in classifica guadagnato mostrando una forza sconosciut­a alle avversarie, sostenuto dal proprio innamorato pubblico e con la consapevol­ezza di aver vinto due volte a Roma (vedremo chi ci riuscirà), allora siamo convinti che gli uomini di Spalletti, che hanno fortissime individual­ità (Icardi e Perisic su tutti), saranno un ostacolo superabile; ma se gli azzurri avranno incrinato le proprie certezze al cospetto di un avversario che è oggi probabilme­nte la prima squadra d’Europa, allora sarà dura, durissima. Perché questo non è un torneo che consente balbettii, né insicurezz­e. Chiunque vada in campo dovrà dare il massimo, perché altrimenti nessuno di noi, tifosi inclusi, dimostrerà di essere da primo posto. E mettere cinque punti di distanza dalle seconde, da tutte le seconde, in questo momento è troppo importante. Da Manchester perciò va riportato solo il fatto, incontesta­bile, che il Napoli si è battuto da pari a pari contro una rosa il cui complessiv­o valore supera quello degli azzurri di circa seicento milioni all’acquisto, dati storici alla mano. E che quindi il Napoli non solo è forte, ma è fortissimo. Tutto qui.

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