Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Firmato l’accordo «Salva la società che gestisce bus e funicolari»
De Magistris: svolta storica. L’azienda resta pubblica, nuovo piano industriale, nessun licenziamento
Il piano di salvataggio Anm è stato firmato. L’intesa tra Comune, sindacati e azienda è arrivata dopo una trattativa fiume. De Magistris parla di «svolta storica» che arriva a pochi giorni dall’assemblea dei soci che dovrà scongiurare la messa in liquidazione.
NAPOLI L’ultima parola spetterà ai lavoratori di Anm che, entro il 30 ottobre, dovranno dire se quanto sottoscritto da Comune, sindacati e azienda è ricevibile. Ma le firme, questa volta, ci sono tutte. E non poteva essere altrimenti, atteso che il Comune, socio unico dell’azienda che controlla tramite la Napoli Holding, aveva parlato di «dentro o fuori» entro fine mese, quando l’assemblea degli azionisti di Anm (quindi il solo Comune di Napoli) dovrebbe avviare le procedure per la liquidazione. C’erano pochi margini, insomma. Ma per tutti, non solo per i sindacati che hanno di fatto sottoscritto un’intesa — via via che si modificava illustrata dal Corriere del Mezzogiorno — che contiene molti impegni sul rilancio aziendale, tanti accordi sindacali sul personale, ma nessun robusto impegno economico da parte di Palazzo San Giacomo. Il quale, a sua volta, è alle prese con la Corte dei conti che gli ha prescritto, per il 31 dicembre prossimo, di rivedere il piano di riequilibrio e ha bloccato la cassa, atteso che il disavanzo è cresciuto di 1,3 miliardi. Dunque, la coperta era davvero corta e quanto è venuto fuori in sei incontri tra Comune e sindacati è, forse, il migliore accordo possibile, visti i tempi e la situazione. E comunque, sempre meglio di un «non accordo». Per i cittadini e per i dipendenti dell’azienda. Innanzitutto, perché viene messo al centro un rilancio dell’Anm — che rimane interamente pubblica — con il ritorno dei controllori che, senza dubbio, faranno diminuire le vette da record di evasione, ormai troppo così come per le strisce blu. E comincerà — già da ieri — la caccia a eventuali imboscati e furbetti camuffati da inidonei. Immediata sarà anche la sforbiciata agli stipendi dei manager, mentre si riutilizzerà — convertendolo in altre mansioni — personale inidoneo in maniera definitiva. Nessuno sarà licenziato, e questa è stata la «stella polare» che ha condotto i sindacati verso l’intesa: chi uscirà da Anm, lo farà solo perché andrà in pensione o in prepensionamento; oppure in mobilità in altre aziende (comunali o regionali, se ce ne saranno le condizioni politiche e di legge). Ma nessuno se ne andrà a casa. Inoltre, tutto ciò accadrà non più in un triennio ma in cinque anni. E anche questo, per le organizzazioni sindacali, ha rappresentato un successo di non poco conto. Servirà però un nuovo Piano industriale che dovrà essere predisposto, anche attraverso l’ausilio di consulenti esterni, e che parta dal febbraio 2018 per terminare nello stesso mese del 2023.
Luigi de Magistris parla di «svolta storica», ma solo l tempo dirà se si tratti di troppa enfasi o di fattore reale. «Sono molto contento, abbiamo chiuso un accordo difficile — ha detto il sindaco ai microfoni di Radio Kiss Kiss —. Il Comune si è assunto importanti responsabilità». De Magistris ha ricordato anche l’impegno della Regione Campania, «che farà la sua parte», sottolineando che «è stato un lavoro di squadra. Noi puntiamo non a sopravvivere ma a iniziare a percorrere una strada che ci porterà molto lontano». A questo punto, un nuovo incontro tra sindacati, azienda e Comune di Napoli è prevista comunque per il 24 ottobre prossimo. Per quella data potrebbe esserci stato già il referendum o l’assemblea in azienda. L’incontro è però fissato per organizzare nel dettaglio il servizio di controlleria, su bus, funicolari, metro e nelle strisce blu, sul quale si fonda il nuovo piano di salvataggio. Ma l’attenzione è tutta incentrata sul porre un argine al fenomeno disastroso dell’evasione. Per farlo, Anm impiegherà 350 unità, di cui almeno 200 destinate ai controlli di bus, metropolitane, funicolari; e altre 150 destinate al presidio delle strisce blu, settore che pure fa registrare vette record di evasione nel pagamento. Grande attenzione sarà rivolta quindi ai punti vendita dei biglietti: ne serviranno di più e aperti fino a notte, soprattutto nelle zone turistiche. Nei principali stazionamenti dovrà essere possibile acquistare il biglietto dai controllori prima di salire sul bus. Ma anche tutti i conducenti saranno dotati di biglietti che, con un sovrapprezzo di circa 20 centesimi, venderanno i biglietti anche a bordo, effettuando sostanzialmente, un primo, importante controllo dell’evasione. Non si esclude, anche se la cosa non è contemplata in questa intesa, ma che in tanti vorrebbero, che si torni anche alla figura del bigliettaio a bordo di alcune linee, cosa che abbasserebbe ancor più drasticamente i livelli di evasione.
Molte le reazioni. Cominciando dal le parole del gover-
La Regione Situazione debitoria che resta delicata Dobbiamo adesso cercare di evitare il fallimento L’Anm Il passo successivo è la revisione del Piano Industriale al quale stiamo già lavorando Comune Abbiamo messo in sicurezza la società e offerto un trasporto migliore per la città Il personale Controlli su bus, metro e funicolari. Presidi permanenti sulle strisce blu
natore De Luca: «Garantiremo un aiuto per i prepensionamenti e i 58 milioni di euro che stanziamo ogni anno — ha detto — e che sono le uniche risorse vive per l’azienda, con i ricavati di UnicoCampania». Ma il governatore ha anche ricordato come ci siano «forti criticità con l’Anm, azienda di proprietà del Comune, e con la Ctp della Città metropolitana. La situazione debitoria è delicata. Dobbiamo evitare il fallimento di Anm, ma un piano aziendale va fatto». Per Ciro Maglione, amministratore unico dell’Anm, «l’accordo raggiunto segna un significativo passo in avanti verso la messa in sicurezza e il rilancio dell’Azienda Napoletana Mobilità». «Il passo successivo — ha spiegato — è la revisione e l’aggiornamento del Piano Industriale al quale stiamo già lavorando sulla base degli indirizzi fissati con l’azionista Comune di Napoli». Realisti i sindacati. Per Alfonso Langella, segretario regionale della Fit Cisl, «l’accordo è importante per tutelare i lavoratori che ora dovranno dire la loro così come prevede l’accordo». Per Antonio Aiello, segretario della Uilt, «è necessario rimboccarsi le maniche per costruire un’azienda che nell’arco di tre anni raggiunga il pareggio di bilancio attraverso l’attuazione di un piano industriale solido che dia certezza ai lavoratori e servizi funzionanti ed efficienti ai cittadini». Walter Schiavella, segretario generale della Cgil, non ha dubbi: «Ora — dice — è il Comune che deve fare la sua parte procedendo alla ricapitalizzazione e mettendo in sicurezza l’azienda». E Fulvio Fasano, segretario della Ugl Fn, aggiunge: «Il documento è necessario per provare a scavalcare il rischio di default paventato dal Collegio sindacale, a causa della difficile situazione economico finanziaria dell’azienda, nella programmata assemblea dei soci del 30 ottobre». La chiosa è dell’Usb, che in una nota se la prende invece col governo, reo di preferire di «salvare le banche invece di preoccuparsi di garantire la tenuta e il rilancio della più grande azienda pubblica di trasporto del Meridione d’Italia».