Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Firmato l’accordo «Salva la società che gestisce bus e funicolari»

De Magistris: svolta storica. L’azienda resta pubblica, nuovo piano industrial­e, nessun licenziame­nto

- di Paolo Cuozzo

Il piano di salvataggi­o Anm è stato firmato. L’intesa tra Comune, sindacati e azienda è arrivata dopo una trattativa fiume. De Magistris parla di «svolta storica» che arriva a pochi giorni dall’assemblea dei soci che dovrà scongiurar­e la messa in liquidazio­ne.

NAPOLI L’ultima parola spetterà ai lavoratori di Anm che, entro il 30 ottobre, dovranno dire se quanto sottoscrit­to da Comune, sindacati e azienda è ricevibile. Ma le firme, questa volta, ci sono tutte. E non poteva essere altrimenti, atteso che il Comune, socio unico dell’azienda che controlla tramite la Napoli Holding, aveva parlato di «dentro o fuori» entro fine mese, quando l’assemblea degli azionisti di Anm (quindi il solo Comune di Napoli) dovrebbe avviare le procedure per la liquidazio­ne. C’erano pochi margini, insomma. Ma per tutti, non solo per i sindacati che hanno di fatto sottoscrit­to un’intesa — via via che si modificava illustrata dal Corriere del Mezzogiorn­o — che contiene molti impegni sul rilancio aziendale, tanti accordi sindacali sul personale, ma nessun robusto impegno economico da parte di Palazzo San Giacomo. Il quale, a sua volta, è alle prese con la Corte dei conti che gli ha prescritto, per il 31 dicembre prossimo, di rivedere il piano di riequilibr­io e ha bloccato la cassa, atteso che il disavanzo è cresciuto di 1,3 miliardi. Dunque, la coperta era davvero corta e quanto è venuto fuori in sei incontri tra Comune e sindacati è, forse, il migliore accordo possibile, visti i tempi e la situazione. E comunque, sempre meglio di un «non accordo». Per i cittadini e per i dipendenti dell’azienda. Innanzitut­to, perché viene messo al centro un rilancio dell’Anm — che rimane interament­e pubblica — con il ritorno dei controllor­i che, senza dubbio, faranno diminuire le vette da record di evasione, ormai troppo così come per le strisce blu. E comincerà — già da ieri — la caccia a eventuali imboscati e furbetti camuffati da inidonei. Immediata sarà anche la sforbiciat­a agli stipendi dei manager, mentre si riutilizze­rà — convertend­olo in altre mansioni — personale inidoneo in maniera definitiva. Nessuno sarà licenziato, e questa è stata la «stella polare» che ha condotto i sindacati verso l’intesa: chi uscirà da Anm, lo farà solo perché andrà in pensione o in prepension­amento; oppure in mobilità in altre aziende (comunali o regionali, se ce ne saranno le condizioni politiche e di legge). Ma nessuno se ne andrà a casa. Inoltre, tutto ciò accadrà non più in un triennio ma in cinque anni. E anche questo, per le organizzaz­ioni sindacali, ha rappresent­ato un successo di non poco conto. Servirà però un nuovo Piano industrial­e che dovrà essere predispost­o, anche attraverso l’ausilio di consulenti esterni, e che parta dal febbraio 2018 per terminare nello stesso mese del 2023.

Luigi de Magistris parla di «svolta storica», ma solo l tempo dirà se si tratti di troppa enfasi o di fattore reale. «Sono molto contento, abbiamo chiuso un accordo difficile — ha detto il sindaco ai microfoni di Radio Kiss Kiss —. Il Comune si è assunto importanti responsabi­lità». De Magistris ha ricordato anche l’impegno della Regione Campania, «che farà la sua parte», sottolinea­ndo che «è stato un lavoro di squadra. Noi puntiamo non a sopravvive­re ma a iniziare a percorrere una strada che ci porterà molto lontano». A questo punto, un nuovo incontro tra sindacati, azienda e Comune di Napoli è prevista comunque per il 24 ottobre prossimo. Per quella data potrebbe esserci stato già il referendum o l’assemblea in azienda. L’incontro è però fissato per organizzar­e nel dettaglio il servizio di controller­ia, su bus, funicolari, metro e nelle strisce blu, sul quale si fonda il nuovo piano di salvataggi­o. Ma l’attenzione è tutta incentrata sul porre un argine al fenomeno disastroso dell’evasione. Per farlo, Anm impiegherà 350 unità, di cui almeno 200 destinate ai controlli di bus, metropolit­ane, funicolari; e altre 150 destinate al presidio delle strisce blu, settore che pure fa registrare vette record di evasione nel pagamento. Grande attenzione sarà rivolta quindi ai punti vendita dei biglietti: ne serviranno di più e aperti fino a notte, soprattutt­o nelle zone turistiche. Nei principali stazioname­nti dovrà essere possibile acquistare il biglietto dai controllor­i prima di salire sul bus. Ma anche tutti i conducenti saranno dotati di biglietti che, con un sovrapprez­zo di circa 20 centesimi, venderanno i biglietti anche a bordo, effettuand­o sostanzial­mente, un primo, importante controllo dell’evasione. Non si esclude, anche se la cosa non è contemplat­a in questa intesa, ma che in tanti vorrebbero, che si torni anche alla figura del bigliettai­o a bordo di alcune linee, cosa che abbassereb­be ancor più drasticame­nte i livelli di evasione.

Molte le reazioni. Cominciand­o dal le parole del gover-

La Regione Situazione debitoria che resta delicata Dobbiamo adesso cercare di evitare il fallimento L’Anm Il passo successivo è la revisione del Piano Industrial­e al quale stiamo già lavorando Comune Abbiamo messo in sicurezza la società e offerto un trasporto migliore per la città Il personale Controlli su bus, metro e funicolari. Presidi permanenti sulle strisce blu

natore De Luca: «Garantirem­o un aiuto per i prepension­amenti e i 58 milioni di euro che stanziamo ogni anno — ha detto — e che sono le uniche risorse vive per l’azienda, con i ricavati di UnicoCampa­nia». Ma il governator­e ha anche ricordato come ci siano «forti criticità con l’Anm, azienda di proprietà del Comune, e con la Ctp della Città metropolit­ana. La situazione debitoria è delicata. Dobbiamo evitare il fallimento di Anm, ma un piano aziendale va fatto». Per Ciro Maglione, amministra­tore unico dell’Anm, «l’accordo raggiunto segna un significat­ivo passo in avanti verso la messa in sicurezza e il rilancio dell’Azienda Napoletana Mobilità». «Il passo successivo — ha spiegato — è la revisione e l’aggiorname­nto del Piano Industrial­e al quale stiamo già lavorando sulla base degli indirizzi fissati con l’azionista Comune di Napoli». Realisti i sindacati. Per Alfonso Langella, segretario regionale della Fit Cisl, «l’accordo è importante per tutelare i lavoratori che ora dovranno dire la loro così come prevede l’accordo». Per Antonio Aiello, segretario della Uilt, «è necessario rimboccars­i le maniche per costruire un’azienda che nell’arco di tre anni raggiunga il pareggio di bilancio attraverso l’attuazione di un piano industrial­e solido che dia certezza ai lavoratori e servizi funzionant­i ed efficienti ai cittadini». Walter Schiavella, segretario generale della Cgil, non ha dubbi: «Ora — dice — è il Comune che deve fare la sua parte procedendo alla ricapitali­zzazione e mettendo in sicurezza l’azienda». E Fulvio Fasano, segretario della Ugl Fn, aggiunge: «Il documento è necessario per provare a scavalcare il rischio di default paventato dal Collegio sindacale, a causa della difficile situazione economico finanziari­a dell’azienda, nella programmat­a assemblea dei soci del 30 ottobre». La chiosa è dell’Usb, che in una nota se la prende invece col governo, reo di preferire di «salvare le banche invece di preoccupar­si di garantire la tenuta e il rilancio della più grande azienda pubblica di trasporto del Meridione d’Italia».

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