Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Così è ridotto il Conservatorio» Ecco le foto-choc degli studenti
Crepe sulle pareti, intonaci scrostati, infiltrazioni d’acqua in una delle sale
NAPOLI Crepe lungo le pareti, alcune lasciate a vista, altre coperte con dei teli per evitare crolli. All’ingresso dei bagni adiacenti alla sala Martucci, uno spazio che spesso ospita concerti ed eventi pubblici, l’intonaco è completamente scrostato, al punto che si possono chiaramente vedere i mattoni sottostanti. In uno due dei cortili interni ci sono dei teli verdi sotto le finestre: servono a coprire le greche ormai pericolanti. In molte aule evidenti segni di infiltrazioni d’acqua: la situazione peggiore è quella della sala jazz. «Ci piove dentro», racconta una studentessa. Sono queste le condizioni del Conservatorio di Napoli San Pietro a Majella e lo testimoniano anche le foto fatte da alcuni studenti. Il problema è stato più volte sottolineato anche in Parlamento. L’onorevole Luisa Bossa, in una sua interpellanza alla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli diceva: «Nel dicembre scorso, in pieno inverno, gli allievi hanno dovuto fare lezione in aule fredde, con il riscaldamento spento e il ricorso ad alcuni mezzi di fortuna, come stufette elettriche, con rischi anche sul profilo della sicurezza».
Oltre ai problemi strutturali — che non dipendono dalla direzione, le manutenzioni dell’edificio infatti sono competenza della Città metropolitana— gli studenti lamentano carenze nella didattica e sottolineano l’inadeguatezza degli strumenti a loro disposizione.
«Per vedere che le condizioni non sono quelle descritte dalla direttrice, basterebbe testare i pianoforti presenti nelle aule, sono quasi tutti scordati», racconta Antonio Berardo, lo studente che, una settimana fa, ha guidato la protesta contro l’aumento delle rette.
«La direttrice ha dichiarato che eravamo una ventina - ricorda Berardo - in realtà hanno aderito alla protesta oltre duecento allievi. Le loro firme si possono leggere nella petizione che è stata protocollata. E anche al flash mob eravamo molti di più, come si evince dalle foto e dai video che sono circolati successivamente».
Il promotore della manifestazione denuncia anche forti ritardi nella didattica: «In questi giorni si stanno tenendo esami relativi a corsi partiti solo a luglio e terminati poco tempo fa. Le lezioni di direzione corale non vengono mai effettuate, perché maestro e allievi non hanno a disposizione il coro. Questo significa che i ragazzi non possono sostenere gli esami, rischiando di andare fuori corso o di non raggiungere i crediti necessari».
Sono molte le voci di insoddisfazione che si aggiungono alla sua. Malumori intensificati dalla situazione di precarietà generata dall’annullamento delle elezioni del direttore. Al centro delle polemiche anche il vecchio regolamento, che secondo gli studenti risulte- rebbe essere stato riprodotto in base a quello del Conservatorio di Milano. Per verificarlo basta un semplice confronto tra il documento del San Pietro a Majella e quello che si trova nel sito dell’istituzione meneghina. Gli studenti lo hanno scoperto nel momento in cui si sono trovati di fronte alla richiesta di scaricare un Mav (il nuovo sistema di pagamento interbancario) che nella sede di Napoli non è mai esistito. Almeno mille iscritti si sono chiesti dove cercare il documento.
Se questa «svista» li fa quasi sorridere, di fronte ad altre anomalie da loro denunciate, gli studenti napoletani si indignano. Ed è quanto è successo a causa di un bando per borse di studio rivolto ai cantanti. In molti sostengono di non esserne mai venuti a conoscenza. Difficile dire se sia così o meno. Certo è che il Conservatorio di Napoli sembra sempre più un luogo di veleni, tra accuse, insinuazioni e polemiche. Non rimane che augurarsi che si faccia chiarezza, perché un’istituzione così importante per la città non può mettere a rischio la propria immagine per lotte personali. Intanto resta da conoscere la decisione del ministero dell’Istruzione sulle elezioni per il direttore che si sono tenute il 29 giugno. Resta per ora il rischio commissariamento.
Disservizi Il sistema Mav per pagare le rette non è in funzione ma figura nella guida sul sito