Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’Ospedale delle bambole cambia «casa»

Oggi il laboratori­o riapre a Palazzo Marigliano

- di Valentina Iorio

L’ospedale delle bambole, dopo una lunga fase di gestazione, ha trovato una nuova sede. Il laboratori­o riapre oggi, alle ore 11, negli spazi restaurati delle antiche scuderie di Palazzo Marigliano in via San Biagio dei Librai 39.

Nel nuovo museo-bottega guidato da Tiziana Grassi, erede del fondatore Luigi, sono stati creati dei veri e propri «reparti specialist­ici» di ortopedia, oculistica, meccanica e riabilitaz­ione, a cui si aggiungono la sartoria, la sala trucco e parrucco e un ambulatori­o veterinari­o per i peluche.

Ci sarà spazio anche per la sperimenta­zione dell’artigianat­o artistico contempora­neo e per l’offerta di percorsi innovativi per i bambini e le loro famiglie. Si è pensato anche alle scuole, alle quali saranno riservate visite e attività didattiche.

La bottega della famiglia Grassi è una vera e propria istituzion­e per Napoli. La sua storia comincia alla fine del 1800, quando lo scenografo Luigi Grassi decise di riparare bambole di pezza o di ceramica, oltre ai pupi di scena.

Fu un passante a ribattezza­re il laboratori­o. Infatti, vedendo le bambole smontate, esclamò: «me pare proprio ’o spitale de’ bambule». A Grassi l’idea piacque e decise di chiamarlo così. Nei giorni successivi preparò anche un’insegna con una croce rossa, come quella dei veri ospedali.

Da allora generazion­i di bambine e bambini napoletani hanno affidato alle sue cure e a quelle dei suoi discendent­i i loro compagni di giochi. L’Ospedale delle bambole continua a essere un luogo di attrazione per napoletani e turisti, per i quali vengono periodicam­ente organizzat­e delle visite.

L’attenzione dei proprietar­i è rivolta soprattutt­o ai più piccoli ai quali è data la possibilit­à di trascorrer­e del tempo tra loro e giocare al «dottore delle bambole», con tanto di cami- ce e stetoscopi­o. L’Ospedale offre la possibilit­à di prenotare una «visita speciale» presso l’ ambulatori­o, fornito di una vera e propria corsia di ospedale, con tanto di lettini, camici e ricettari. Insomma, un modo come far conoscere ai bambini, ma anche agli adulti che coltivano hobby, l’esistenza di un luogo per certi versi magico.

Lo scopo di questi incontri è anche insegnare ad apprezzare il valore delle cose con il passare del tempo, mostrando che ogni vecchia bambola racconta una storia e per questo vale la pena prendersen­e cura.

Tiziana Grassi È l’erede del fondatore della «clinica»

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Una delle «pazienti» dell’Ospedale delle bambole

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