Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Tommaso e il referendum dei ricchi
Tommaso ha appena compiuto 8 anni ma non può sapere che a poche centinaia di chilometri da casa sua qualcuno sta provando a indebolire ancora di più la qualità della sua vita futura. Lui è un bambino disabile che ha la necessità ( proviamo a sottolineare questo termine) di avere un insegnante di sostegno ed una rete di supporto per le attività di cura riabilitative che la sua malattia genetica gli comportano. Tommaso non risiede in nessuna regione a statuto speciale e nemmeno in Veneto o Lombardia anche se lui è veramente speciale. Cosa c’entra Tommaso con il referendum andato in scena domenica in Veneto e Lombardia, due regioni che chiedono di diventare anche loro “speciali”? Io credo che un referendum che abbia come obiettivo quello di fornire alle amministrazioni a guida leghista uno strumento accessorio per pretendere più denaro e non più diritti dallo Stato centrale è un patetico e miserevole tentativo di creare ulteriori disuguaglianze. È triste rilevare che ad un referendum come quello proposto la maggioranza delle forze politiche abbiano strizzato l’occhio se non addirittura applaudito come un segnale di evoluzione (!) della democrazia costituzionale. Alla ipocrisia della politica qualcuno ha risposto alzando il tiro come quelli che, leggasi Forza Italia, hanno immediatamente chiesto di indire referendum consultivi sullo stesso argomento anche nel resto del paese e segnatamente in Campania.
Forse coerenza suggerirebbe di cambiare nome al partito, evitando di mettere in imbarazzo i suoi elettori: forza Calabria, forza Campania e così via. Altri partiti come il Movimento 5 stelle ed il Pd hanno, senza tanti giri di parole, dimostrato di essere a favore di quello che definirei senza ipocrisia un referendum sulla ricchezza di qualcuno a danno di altri. La domanda che credo dovremmo porci è piuttosto: come ed in quanto tempo potremo ritornare ad un pensiero condiviso sulla “bellezza” di scoprirci una comunità. Eppure nella nostra carta costituzionale, alla quale dovrebbero riferirsi e addirittura avere giurato i politici proponenti del referendum «dei ricchi più ricchi», a chiare lettere è scritto nell’articolo 3 che : «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge… È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale…». Perché questi politici-giuristi forse più meritevoli di una sedia al bar piuttosto che di uno scranno a Montecitorio non gettano la maschera e ammettono che l’unico modo che hanno di ricavare consenso è quello di appoggiare argomenti eversivi? Perché il movimento 5 stelle con in testa il suo padre nobile o i cattolici e gli ex socialcomunisti presenti nel Pd non prendono le distanze da questo orribile tentativo di generare consensi? Orribile e meschino.
La messa in discussione dei livelli essenziali di assistenza che a più riprese l’Istat segnala come lontana dal realizzarsi nelle regioni del Sud è la dimostrazione palese del carattere eversivo del referendum dei ricchi più ricchi. L’esito del referendum in Veneto è la ennesima riprova che la democrazia rappresenta un punto di arrivo nella evoluzione della comunità umana che va difeso sempre dai populismi e dagli egoismi. La nostra costituzione oggi più che mai deve essere difesa con le unghie e con la testimonianza civile, prepariamoci a farlo. Tommaso, bambino speciale, non merita tanta accidia intorno a sé ma di essere protetto da una comunità civile.