Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Città della Scienza, Regione in campo per evitare il crac
NAPOLI «Città della Scienza? Non sono preoccupato per le proteste dei lavoratori, sono preoccupato a causa dei debiti». Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, alla Cittadella dello Sport di Miano, interpellato sulla difficile situazione in cui si trova il polo scientifico di Bagnoli, dove i lavoratori hanno bloccato tutte le attività perché senza stipendio da quattro mesi. «È una delle mille situazioni di groviglio amministrativo e inefficienza», ha aggiunto De Luca «ma credo che sulla struttura di Bagnoli faremo una operazione verità. Siamo a 15 milioni di debiti. C’è ancora la tendenza a immaginare che le cose stiano in piedi per ragioni magiche, ma i bilanci sono i bilanci e le strutture devono fare conti con i bilanci, vale anche per Città della Scienza». Intanto i lavoratori in sciopero hanno pubblicato sulla loro pagina facebook (Città della Scienza viva) la proposta di piano triennale 2017- 2019 per risanare il mega debito della Fondazione, presentata dall’ex segretario generale.
«È confermata», rimarcano i dipendenti, «la proposta di licenziamento di tredici lavoratori più la decurtazione del 15% sullo stipendio di tutti gli altri lavoratori. Il totale di queste misure ammonta a 315.459 euro». Nello stesso documento si chiede un contributo straordinario di fondi pubblici di due milioni e duecentomila euro. «La manovra sui lavoratori influisce per il 15% circa, mentre il restante 85% viene coperto attraverso un contributo straordinario delle istituzioni. Dunque la manovra di riduzione dei livelli occupazionali era ininfluente», concludono i lavoratori. Diversa la posizione del cda, che imputa al presidente Silvestrini la cattiva amministrazione e soprattutto il blocco attuale di ogni iniziativa. Si attende a questo punto l’intervento diretto della Regione. Che, a quanto pare dalle parole di De Luca, non dovrebbe essere lontano.
I lavoratori Chiesti due milioni di fondi pubblici per scongiurare i licenziamenti