Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Bonaiuto: recito e cucino due arti che si completano
L’attrice domani affiancherà lo scrittore Francesco Piccolo nella masterclass «Partire o restare. L’amica geniale»
NAPOLI «Mi sembra giusto che un evento dedicato al buon cibo si faccia a Napoli, data la straordinaria tradizione culinaria della città», dice Anna Bonaiuto, che sarà ospite di «Cibo a regola d’arte», la kermesse del Corriere della Sera. L’attrice affiancherà lo scrittore Francesco Piccolo nella masterclass «Partire o restare. L’amica geniale e la questione cruciale del sud». L’appuntamento è sabato alle 18.30, nel Refettorio di San Domenico Maggiore. «Francesco mi ha chiesto di leggere un brano della quadrilogia de L’amica
geniale a cui è particolarmente legato. Poi reciterò la parte iniziale di Sabato domenica e lunedì», racconta Bonaiuto, che nel 2003 ha vinto, come migliore attrice, il premio Ubu, il più importante riconoscimento teatrale italiano, proprio per l’interpretazione di Rosa Priore. «Dopo tre ore di spettacolo - racconta l’attrice - ho visto molte persone tra il pubblico con le lacrime agli occhi. Non capita spesso. La grandezza di questo testo sta nella sua capacità di raccontare le dinamiche familiari. Dietro la festosità del ragù domenicale, c’è la tragedia. Ci sono i conflitti tra una donna abituata a subire e un marito che la rimprovera per ogni minima cosa. Le persone, vedendo lo spettacolo, si riconoscevano in quel dramma. In molti probabilmente hanno rivisto quello che erano costrette a sopportare le loro madri o che loro stessi hanno vissuto».
La scena che verrà proposta nell’evento di sabato è quella in cui la protagonista prepara il ragù. «Eduardo, come dimostra quel testo, amava cucinare. Diceva che un attore deve saperlo fare», ricorda Bonaiuto. «Io - confessa - a inizio carriera pensavo che un’attrice non dovesse perdere tempo davanti ai fornelli. Poi, anche grazie al suo insegnamento, ho cambiato idea. Oggi lo faccio con piacere. Ho scoperto che anche la grande Marlene Dietricht preparava il gulasch per i suoi ospiti». Con il tempo quindi si è convinta che cucinare e recitare siano due arti che si sposano bene. «Ho una passione per la cucina in genere- spiega l’attrice- e e mi piace molto il fatto che le tradizioni non vengano perdute. I piatti si possono anche reinventare, credo però che quello che ci ha trasmesso il passato sia portatore di una storia straordinaria. E per questo non va dimenticato». Nei cassetti della sua memoria familiare ci sono due tradizioni gastronomiche: quella paterna, campana, e quella materna, friulana: «Sono molto legata al frico, un piatto meraviglioso, a base di formaggio e patate, che si fa solo in quella zona e che mia madre preparava spesso». Per quanto riguarda la cucina campana una delle ricette che ama di più è la genovese, che proprio sabato sera sarà «messa in scena» da Angelo Curti, accompagnato per l’occasione dalle letture dell’attore Enrico Ianniello. La serata si concluderà con una degustazione. «Mi dispiace non potermi fermare quando si metteranno ai fornelli. Probabilmente mi perdo la parte migliore», scherza Bonaiuto, che dovrà correre al Teatro Nuovo ai Quartieri Spagnoli, dove è in scena con Le serve, la pièce maudit, scritta da Jean Genet nel 1947, ispirata a un fatto di cronaca nera degli anni ’30. L’edizione diretta da Giovanni Anfuso fa tappa a Napoli, dopo aver inaugurato la stagione del Piccolo di Milano.
Mi sembra giusto che un evento dedicato al buon cibo si faccia a Napoli, per la tradizione culinaria della città Ho scoperto che anche la grande Marlene Dietricht preparava il gulash per i suoi ospiti A me piace molto