Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Sma, «buco» da centinaia di migliaia di euro
Quattro dirigenti indagati per «spese illegali» e accusati di peculato. Forza Italia: la società nega gli atti
NAPOLI Ammonta a centinaia di migliaia di euro la somma di denaro di cui, secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza, si sono appropriati quattro dirigenti di Sma Campania, la società in house della Regione che si occupa di ambiente; ai quattro viene contestata l’accusa di peculato. Sulla vicenda, come ha scritto ieri il Corriere del Mezzogiorno, indaga il pm Sergio Amato, della sezione reati contro la pubblica amministrazione coordinata dall’aggiunto Alfonso D’Avino. Nei giorni scorsi ci sono state le perquisizioni per trovare riscontri all’ipotesi accusatoria: usando carte di credito prepagate, i quattro (ma l’inchiesta potrebbe estendersi ad altri dirigenti della società) facevano spese personali e del tutto ingiustificate. Le carte venivano inoltre usate per prelevare somme di denaro, anche migliaia di euro ogni volta. Tutto ciò è andato avanti per tre anni, dal 2014 al 2017. Ciò che gli uomini del nucleo di polizia tributaria cercavano, nelle perquisizioni dei giorni scorsi, erano i giustificativi delle spese. Li hanno cercati sia nella sede centrale, al centro direzionale, sia nelle base operative, che sono sparse per la provincia: Boscoreale, Castellammare, Gragnano e Marano. Proprio nelle basi operative, sembra, è più facile appropriarsi del denaro pubblico attraverso il sistema delle carte di credito: maggiore discrezionalità, meno controlli.
L’inchiesta, intanto, potrebbe allargarsi. Al vaglio del pm c’è anche una lettera anonima inviata agli inizi di settembre da qualcuno che appare molto bene informato su ciò che accade nella Sma. Nella lettera si fa riferimento, tra l’altro, a tangenti sugli appalti e sulle forniture; a veicoli della società utilizzati per fini privati; a dipendenti pagati da Sma ma di fatto distaccati al servizio di politici; a permessi concessi arbitrariamente ai dipendenti per allontanarsi dal luogo di lavoro e andare a colloquio con parenti detenuti.
Il consigliere di Fi Armando Cesaro, intanto, torna sul caso e insiste nel chiedere documenti su presunte promozioni indebite, su elargizioni e premi al personale, su contabilità di alcuni lavori e sui contenziosi, poiché ipotizza che alcuni siano pilotati. «Le reticenze del management Sma che con grave arroganza si rifiuta di trasmetterci gli atti richiesti — si legge in una nota — e il complice silenzio del vice presidente Bonavitacola che senza alcune giustificazione diserta le sedute di question time e le audizioni in commissione sono fatti gravissimi. Ho presentato alla Sma una diffida perché dia seguito alla mia richiesta di accesso agli atti presentata ad agosto scorso e strumentalmente ignorata».
Lo spunto Al vaglio c’è una lettera anonima su tangenti per appalti Il tempo Il sistema sarebbe andato avanti per tre anni, dal 2014 al 2017