Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Un gruppo di lavoro contro la violenza sui minori
Caro direttore, ho letto l’artico di Luisa Cavaliere, pubblicato domenica scorsa sul Corriere del Mezzogiorno, che si rifà a quanto accaduto al campo rom intorno la circumvallazione esterna. Luisa pone delle domande quasi retoriche (nel senso che sembra conoscere molto bene la risposta) a noi che facciamo politica e che dovremmo per questo preoccuparci del bene comune. Credo che nella funzione di assessore del Comune di Napoli io sia quasi obbligata a rispondere alle questioni che l’articolo pone.
Rispondere non per discolparmi, quanto solo per accogliere l’invito a parlarne e a cercare una strada virtuosa ed efficace. Più efficace di quelle che pure abbiamo percorso e percorriamo tutti i giorni. La violenza sui minori è fenomeno molto diffuso ed è sintomo di una società malata che non riesce a guardarsi e a cercare terapie efficaci perché capaci di muoversi sul terreno delle rappresentazioni, dei valori, del senso del significato che l’altro, quello che non siamo noi, deve avere per la nostra esperienza. Napoli ha un unità della polizia municipale dedicata alla “tutela minori” e alle emergenze sociali. Solo nelle ultime tre settimane potrei raccontare di tre storie atroci che hanno avuto come protagoniste donne minori e straniere. Tre storie alle quali abbiamo assicurato un lieto fine affidando le vittime a comunità protette. Un triste lieto fine perché consapevole di quanto l’iceberg fosse enorme e di come il nostro intervento non potesse spingersi oltre la sua punta minuscola. Di fronte a questa che è insieme un male strutturale e un’emergenza, e che i bimbi migranti non accompagnati caricano di ulteriore gravità, non si può rispondere, ne sono consapevole, con la normale amministrazione né ci si può nascondere dietro le misure “amministrative” che pure sono necessarie. C’è bisogno di una risposta che si muova sui simboli, di un intervento “coordinato” e intelligente di tutte le forze culturali, dei quotidiani, del terzo settore, della Chiesa cattolica, della scuola. Non vinceremo molto facilmente questo mostro che oltre che essere orribile, è anche capace di circondarsi di complici e di coprirsi di “pudico” silenzio. Per questo, caro direttore, accettiamo di rispondere alle domande di Luisa Cavaliere, senza abbassare la guardia. Partendo da me propongo la costituzione di un gruppo di lavoro che coordini le iniziative coinvolgendo oltre che il Comune anche la Regione dotandolo di risorse che ne sostengano l’attività. E a voi giornalisti e giornaliste chiedo di parlarne spesso, di far diventare questo argomento un’ossessione, un male che si può sconfiggere anche con la vostra attenzione e con la vostra scrittura.
Certo le piccole Martina, Fortuna, Anna non torneranno a giocare nei loro squallidi giardini di cemento, ma sicuramente potremo lentamente, ma con tenacia, risarcire la loro memoria riducendo la portata di questo fenomeno.