Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Spariti i busti del Fanzago Giallo a Palazzo Maddaloni
Ritratti in una foto di Jodice, erano sulla Loggia. La Municipalità: interrogazione alla Soprintendenza
La prima foto a sinistra è stata scattata da Mimmo Jodice nel 1985, la seconda dopo il restauro di Palazzo Maddaloni terminato nel 2016. Mancano i busti di Cosimo Fanzago, realizzati nei primi anni del Seicento e spariti nel nulla. Dalla Soprintendenza nessuna informazione. La Seconda municipalità prepara una interrogazione.
Dopo quattrocento anni di onorata carriera i dodici busti realizzati da Cosimo Fanzago sono spariti nel nulla. Nessuno ne sa niente. Facevano bella mostra di sé sulla loggia di Palazzo Maddaloni, dimora storica voluta nel 1580 da Cesare D’Avalos marchese del Vasto e gran cancelliere del regno.
Dove sono? Perfino gli inquilini non sanno, non ricordano. Qualcuno pensa che siano stati portati via per essere restaurati. Altri sono convinti che siano stati rubati senza che nessuno se ne sia mai accorto. Qual è la verità? Abbiamo provato a chiederla alla Soprintendenza, ai funzionari che si occupano dei beni storici e monumentali della Seconda municipalità. Siamo stati rimbalzati da un ufficio all’altro (telefonico) ma non siamo arrivati a capo di nulla. Un giallo anche per gli architetti napoletani che hanno iniziato il loro dibattito sulle chat dedicate. I «se li sono rubati», non si contano.
L’indizio è una foto di Mimmo Jodice del 1985. Ritrae la loggia di Palazzo Maddaloni in totale malora, ma i busti sono ancora là e non sembrano messi male. L’immagine di Iodice avrebbe dovuto aiutare a sensibilizzare gli animi dell’epoca per accelerare i tempi dell’intervento di recupero. L’edificio, era stato danneggiato dal terremoto del novembre 1980 e in quanto dimora storica ammesso ad usufruire dei fondi per la ricostruzione. La pratica per chiedere i finanziamenti pubblici dalla legge 219 del 1981 partì già due anni dopo. Ma le lungaggini burocratiche non sono una leggenda. Il cantiere fu avviato solo nel 2010. Poi sei anni di lavoro e la grande festa di fine restauro. Colori, ambienti, portali, cortili. Tutto sembrava splendere di nuovo. L’inaugurazione avvenne il 5 febbraio del 2016 alla presenza di de Magistris. Però nessuno si accorse che mancavano i dodici busti realizzati da Cosimo Fanzago all’inizio del Seicento.
Oggi a distanza di un anno e mezzo ci si chiede che fine abbiano fatto le statue e perché nessuno abbia mai fornito notizie sulla loro sparizione o sul loro eventuale restauro. C’è addirittura un tecnico che ha partecipato al recupero del Palazzo che racconta che i busti, o parte di essi, sarebbero stati affidati a uno degli inquilini. Possibile? «Una procedura quanto mai insolita - spiega Antonio Pariante del Comitato Portosalvo - e poi la Soprintendenza avrebbe dovuto informarci quando abbiamo chiesto chiarimenti e informare i napoletani. Le statue appartengono a tutti e non è che io, da cittadino, devo andare a casa di un privato per vederle. Ci auguriamo che questa notizia sia vera, ma che la Soprintendenza lo dica apertamente. E poi, visto che ci sta, dovrebbe anche spiegarci perché i busti non sono ancora tornati al loro posto». Il mistero si infittisce e anche la Seconda Municipalità vuole vederci chiaro. Ieri, dopo un intervento di Pino De Stasio, ha formalizzato all’unanimità la presa d’atto della denuncia. Nella prossima riunione delibererà di ascoltare tutti i tecnici e i funzionari che hanno avuto un ruolo nel restauro di Palazzo Maddaloni, oltre a inviare una interrogazione urgente alla Soprintendenza.
Il restauro Dopo il terremoto anni di degrado poi il piano di recupero a partire dal 2010