Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Valeria alla corte Cicciofelice del re
le carte. Aveva pubblicato anche un saggio sull’importanza del cinema nella formazione dei ragazzi e una novella in cui ricostruiva la storia di Gesù prima dei trent’anni, di quel ragazzo che era stato il figlio di Dio». La religione in una famiglia comunista che strade prende? «A scuola fui esonerata dall’ora di religione, ma oggi la ricerca spirituale è per me una priorità. Un percorso che si fa azione e che non è distante dai principi fondativi del comunismo. Oggi, grazie alla mia parrocchia, quella di San Gennaro al Vomero, ho la possibilità di fare un volontariato che arricchisce molto la mia vita». Cosa fa? «Doposcuola: tutte le materie tranne la matematica. Ho iniziato al Vomero, poi mi hanno riferito che c’era bisogno di aiuto a Soccavo e mi sono detta: se trovo il tempo per i bambini del mio quartiere devo trovarlo anche per quelli del Rione Traiano. Così abbiamo organizzato un transfer di volontarie e andiamo in gruppo. Ho a che fare con ragazzini intelligentissimi che hanno bisogno di tutto. Soffrono per la disoccupazione di padri e fratelli, arrivano con certi occhi spaventati perché hanno sentito sparare in strada... Noi facciamo il possibile, ma la grande azione sociale è della chiesa e si deve soprattutto al Centro giovanile Santa Luisa, gestito da suor Maria».
L’azione politica e laica, quella portata avanti sopratutto dall’area cui appartiene la sua famiglia, ha dunque fallito? «Sì, in queste periferie».