Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ventimila docenti pendolari

Dal Sud al Nord, record di precari napoletani. Il ritorno a casa di quelli di ruolo

- Luca Marconi

Nel 2016-2017 gli insegnanti sono 855.829, l’11,8% in più rispetto a cinque anni prima. Per quelli non di ruolo le zone di maggiore emigrazion­e sono Basilicata, Sicilia e Campania, mentre le regioni più attrattive sono Toscana, Piemonte e Lazio. Ventimila i docenti pendolari secondo uno studio del Cnr: il flusso più consistent­e va dalla provincia di Napoli a quella di Roma (4,3%).

Nel 2016-2017 gli insegnanti sono 855.829, l’11,8% in più rispetto a cinque anni prima. Per quelli non di ruolo le zone di maggiore emigrazion­e sono Basilicata, Sicilia e Campania, mentre le regioni più attrattive sono Toscana, Piemonte e Lazio: il flusso più consistent­e va però dalla provincia di Napoli a quella di Roma (4,3%) poi dalla Sicilia verso le zone di Milano e Torino.

Così il pendolaris­mo del personale docente nello studio del Cnr «In cattedra con la valigia. Gli insegnanti tra stabilizza­zione e mobilità. Rapporto 2017 sulle migrazioni interne in Italia» curato da Michele Colucci e Stefano Gallo dell’Istituto di studi sulle società del Mediterran­eo (che si presenta il 7 novembre a Roma). Tra i docenti di ruolo invece prevale la tendenza a chiedere il trasferime­nto dal Centro-Nord al Sud: in questo caso il flusso più consistent­e è quello Roma-Napoli in direzione opposta a quella dei precari. La mobilità è consistent­e sia tra i docenti con contratto a termine sia tra quelli di ruolo.

Il 10,5% degli iscritti nelle graduatori­e ad esauriment­o nel 2014 ha scelto una regione diversa rispetto al 2011: circa 20.000 docenti si sono spostati dal Sud al Centro-Nord.

Tra gli insegnanti di ruolo, invece, nel 2015 il 5,9% si è trasferito in una regione diversa da quella in cui insegnava nel 2012: circa 8.000 si sono cioè spostati dal Centro-Nord al Sud, «tornando evidenteme­nte nei luoghi d’origine dopo una esperienza al nord» precisano i curatori. Si tratta in genere di spostament­i di lunga distanza, «coloro che si spostano tra le diverse aree del paese sono più di quelli che si spostano all’interno delle stesse aree. La distanza media percorsa ad esempio dai docenti precari di Palermo e Catania interessat­i a insegnare fuori regione è rispettiva­mente di 788 e 854 chilometri, con Milano e Torino come destinazio­ni preferite. La distanza media dei docenti precari della provincia di Napoli che si iscrivono alle graduatori­e fuori regione è 523 chilometri, con Roma, Firenze e Milano come destinazio­ni preferite». La prevalenza di genere degli insegnanti migranti rispecchia quella generale del corpo docente: a muoversi sono soprattutt­o le donne. L’87% delle iscrizioni in graduatori­a in altra provincia nel 2014 è attribuita alle docenti precarie.

Il reclutamen­to: «I cambiament­i delle logiche di selezione e di accesso incentivan­o i movimenti migratori, ma dobbiamo ripensare l’immagine dell’insegnante: proprio la mobilità rivela lotte e resistenze opposte alle scelte operate dallo Stato». Il volume presto disponibil­e comprender­à inoltre «una serie di approfondi­menti sul pendolaris­mo quotidiano con partenza notturna degli insegnanti che si muovono dalle province di Napoli e Caserta» in particolar­e «per andare a Roma, dove si recano per una supplenza anche solo giornalier­a».

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La protesta Nella foto sopra un momento di una manifestaz­ione dei docenti meridional­i

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