Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Antonella: in 400 tra figli e turni
Le colleghe dell’agente che si è licenziata: si può fare
Siamo 400 donne e lavoriamo nei vigili urbani di Napoli. Io ho due figli e un marito che lavora in polizia municipale come motociclista», ne è convinta Antonella Cotugno (foto), da 15 anni nel Corpo.
NAPOLI Turni notturni, festivi e un lavoro che si articola su tutta la città, che attraversa a bordo della sua motocicletta. Antonella Cotugno è entrata nel Corpo dei vigili urbani di Napoli quindici anni fa. Ha due figli, di 7 e 8 anni, un marito e un lavoro nella sezione motociclisti che difende con i denti.
«La collega che si è dimessa perché non le hanno concesso un part time e aveva difficoltà ad organizzarsi con la famiglia evidentemente ha un punto di vista diverso da quello delle 400 donne che lavorano nella polizia municipale di Napoli» osserva, ricordando che se si vuole ci si può organizzare. «Io lo faccio con tanti sacrifici e l’aiuto di mio marito, che riesce a gestirsi con i tempi e mi sostiene — racconta —. Nonostante abbia avuto anche io problemi con i miei genitori, che sono anziani, e nonostante mia mamma sia stata operata per un carcinoma, non ho mai mollato. Ho sacrificato parte del mio stipendio pagando babysitter o chi mi potesse dare aiuto ma mai ho pensato di dimettermi. E conosco colleghe con problemi anche più gravi che con l’aiuto di tutti noi e del Comando hanno gestito al meglio la situazione». I disagi, legati soprattutto alla comunicazione dei turni di lavoro con solo 24 ore di anticipo, ci sono. «Ma siamo il terzo Comune d’Italia — ricorda Cotugno — e non è semplice modificare un regolamento che è così da sempre in un contesto complesso, dal momento che siamo sotto organico. Credo che alla collega non interessasse questo tipo di lavoro. Eppure al giorno d’oggi trovare un posto che assicuri lo stipendio ogni 27 del mese .... Senza dire che c’è chi lavora 12 ore al giorno per 6/700 euro al mese. Capita che spesso si pretendano i diritti e si dimentichino i doveri».
Adele D’angelo è stata assunta in polizia municipale nel 2000 e ha tre figli, di 16, 10 e 7 anni. «Tutti nati dopo l’assunzione — sottolinea —. Io mi sono organizzata, come tutte. Ho chiesto aiuto in famiglia, mi sono affidata alle babysitter, alla scuola privata dove la mia piccola è tuttora iscritta». L’agente D’Angelo lavora al Comando, dopo anni in strada: prima a Secondigliano, poi all’aeroporto di Capodichino.
«I turni comunicati il giorno prima sono effettivamente scomodi, ma purtroppo è il regolamento interno vigente che conoscevamo e ci siamo adeguati» commenta.
Il marito di Adele è un agente di polizia penitenziaria, a sua volta impegnato con turni poco comodi e notti. «Io sinceramente ho parlato due o tre volte con questa ex collega e ho cercato di convincerla a restare — ricorda —, l’ho incoraggiata. Le poliziotte municipali di Napoli sono quasi 400, siamo quasi tutte mamme e ce l’abbiamo fatta tutte. Mi consta personalmente che il comandante ha cercato di venirle incontro, trasferirla in una sede più vicino a casa dal momento che lei abita a Napoli. Io ad esempio abito vicino ad Aversa, ma ci sono colleghe che arrivano da Ercolano, Benevento, Formia e in altri centri della provincia che alle ore di lavoro devono anche aggiungere il tempo per arrivare in città».
Antonella Cotugno «Ho sacrificato il mio stipendio pagando babysitter, mai ho pensato di lasciare»
Adele D’Angelo «Ho avuto tre figli dopo l’assunzione: è dura ma la scuola privata e la famiglia aiutano»