Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Città metropolitana Prima inchiesta su una partecipata
La Corte dei Conti ha aperto una indagine sull’erogazione di 233 mila euro l’anno
Consulenze da 233mila euro l’anno per alcuni professori universitari. La Corte dei Conti indaga su «Armena», una partecipata della Città metropolitana con 415 dipendenti. Bilanci della società passati al setaccio.
NAPOLI Un costo di 233mila euro l’anno che è stato iscritto nel bilancio in un cosiddetto «fondo rischi»: soldi pubblici che sono stati impiegati per il pagamento di consulenze «d’oro» a professori universitari di Napoli, dal 2010 ad oggi.
Una voce, ritenuta troppo «generica» dalla Corte dei Conti perché non rispetterebbe i principi generali per la redazione di un bilancio: veridicità e correttezza. Sta per abbattersi una nuova bufera su una società pubblica e sotto il controllo della neonata Città metropolitana, che ha di fatto sostituto la Provincia, al cui vertice c’è il sindaco di Napoli Luigi de Magistris (ma i fatti riguardano anni precedenti). È la prima inchiesta che indirettamente colpisce l’ente. Nel mirino è finita l’«Armena sviluppo spa», il cui scopo in verità è noto a pochi, ma che invece opera su Napoli e provincia dal 2007 e che conta ben 415 dipendenti. È l’Agenzia di sviluppo dell’area metropolitana di Napoli, la ex «Liternum Sviluppo Napoli Nord S.p.A» che nasceva come agenzia locale di sviluppo dell’area Giuglianese e ora partecipata al 100% dalla Città metropolitana di Napoli (che è unico azionista ed unico committente).
Adesso ha come mission prioritaria lo sviluppo economico e sociale dell’intera area metropolitana. Tale obiettivo viene perseguito dalla società attraverso la realizzazione di attività innanzitutto rivolte alla salvaguardia ambientale, poi allo sviluppo delle attività produttive, al decoro e alla sicurezza del patrimonio immobiliare e della viabilità di competenza della stessa Città metropolitana di Napoli.
Ma a quanto pare, per fare tutto ciò, i 415 dipendenti che l’«Armena» ha a disposizione non bastano e occorrono consulenti esterni pagati a «peso d’oro». Ecco il motivo per il quale la Corte dei Conti di Napoli ha aperto una indagine e sta scandagliando tutti i conti della società, un passaggio dopo l’altro.
Nelle mani del viceprocuratore regionale Marco Catalano ci sono i bilanci sottoscritti dal 2010 in poi, approvati e pagati dagli enti pubblici a cui faceva riferimento l’«Armena», e che presenterebbero anche alcune irregolarità gestionali per iscrizioni in bilancio errate. Ma più di tutto, ciò che ha fatto maggiormente insospettire i periti nominati dalla procura contabile, sono stati alcuni fondi accantonati in bilancio nati con lo scopo di pagare consulenze esterne.
Duecentotrentatremila euro all’anno dal 2010 in poi, utili per le parcelle salate dei professionisti, nella maggior parte professori universitari che lavoravano per l’azienda in house. Persone che sono state scelte all’esterno della controllata. Possibile mai che tra i 415 dipendenti non ci siano figure professionali idonee a poter svolgere i lavori di consulenza?
Questa la domanda che si pongono i magistrati che hanno già chiesto ai vertici della società di consegnare al più presto l’elenco completo di tutte le consulenze assegnate e pagate. Saranno confrontate con le qualifiche interne all’azienda per verificare se ci siano o meno sprechi di risorse pubbliche. In poche parole, i pm contabili cercheranno di capire se c’erano professionisti di uguale grado che avrebbero potuto lavorare al posto dei professori universitari pagati con altri soldi pubblici. Se ci siano o meno ipotesi di un danno alle casse dello Stato già riscontrato in altre società pubbliche.
Lo stesso pubblico ministero segue, ad esempio, lo scempio economico e il fallimento ultramilionario di Città della Scienza, e gli sprechi nella progettazione e gli studi di settore delle competizioni veliche dell’America’s Cup sul Lungomare di Napoli.