Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Marta Herling: Palazzo Maddaloni simbolo dell’incuria

- Vincenzo Esposito

NAPOLI Il mistero di Palazzo Maddaloni, la scomparsa dei busti di Cosimo Fanzago e di altre opere d’arte che facevano parte della dimora nobiliare voluta dai d’Avalos, non lascia insensibil­e Marta Herling, segretario generale dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici fondato dal nonno Benedetto Croce, e paladina da sempre della cultura e del bello. «Ho letto con molta apprension­e gli articoli pubblicati dal Corriere». Perché? «Palazzo Maddaloni è un simbolo, negativo, purtroppo. Rappresent­a la grande ricchezza di opere d’arte che ha questa città e di come non vi sia nessuno che la difenda. La vicenda è veramente paradossal­e: i busti scomparsi, l’affidament­o di parte di essi a un inquilino, il restauro bloccato da liti condominia­li, la sparizione negli anni di altri tesori di cui nessuno si è mai accorto. Nessuno si è mai reso conto di quello che realmente accadeva».

Lei ha firmato la petizione dei Comitati alla Soprintend­enza per chiedere chiariment­i.

«Sì, attraverso mio fratello. Siamo tutti molto preoccupat­i per quanto sta avvenendo perché sono segnali della mancanza di tutela dei beni culturali della città. Si potrebbero fare mille esempi, ma ricordo solo che molte antiche bibliotech­e sono state spogliate dei loro preziosi volumi e che addirittur­a ci siamo ritrovati il cortile di Palazzo Reale ridotto a una piccola discarica. Per quanto riguarda Palazzo Maddaloni bisogna vedere che cosa accadrà e se i busti, almeno quelli che rimangono, potranno

Si ha la sensazione che viviamo in una città dove nessuno difende i tesori d’arte I cittadini devono farlo da soli

tornare al loro posto. Però ripeto, mi sembra una situazione davvero paradossal­e e forse qualcuno dovrebbe spiegarla. Ma vedo che regna il silenzio».

In questa vicenda non tutto è negativo, bisogna vedere anche il bicchiere mezzo pieno.

«È vero. E io sono orgogliosa dei cittadini napoletani perché quando nessuno parla e nessuno difende le loro ricchezze culturali e artistiche lo fanno da soli. È successo con il caso limite dei Girolamini, è accaduto con Palazzo Reale e ora si sta ripetendo con Palazzo Maddaloni. Si fanno carico di difendere un patrimonio enorme e che, come abbiamo visto, può essere saccheggia­to con grande facilità. In teoria oggi so con sicurezza che qui ci sono i guardiani della bellezza ed è un bene per Napoli».

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La loggia di Palazzo Maddaloni ormai priva dei busti; a lato, Marta Herling
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