Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Paolucci (Mdp): difendo Antonio dall’ipocrisia dem E con il sindaco si può dialogare

E sul referendum: così il governator­e fa il gioco dei leghisti

- Di Simona Brandolini

NAPOLI Se si chiede a Massimo Paolucci di descrivere Antonio Bassolino risponderà: «È un amico e un maestro». Figuriamoc­i se poi il suo «amico e maestro» decide di lasciare il Pd, scelta che lui ha fatto per primo, fondando Mdp. «La scelta di Antonio di non rinnovare la tessera del Pd è l’ennesima riprova della crisi verticale del Pd — spiega —. Una scelta molto sofferta, meditata. Antonio anche dopo “le schifezze” delle primarie scelse di continuare la sua battaglia dall’interno del partito».

Bassolino ci ha messo più di un anno a decidere, dopodiché ha partecipat­o alla festa di Mdp e non alla conferenza programmat­ica del Pd. Perché secondo lei?

«Perché le sue principali preoccupaz­ioni sono state son isolare Napoli, fare ogni sforzo per mantenere un rapporto con il governo nazionale, non dividere la sinistra. Ma Renzi e il suo gruppo dirigente sono stati totalmente sordi alle sue osservazio­ni critiche. Altro che lanciafiam­me: zero autocritic­a, zero correzioni. Renzi si è arreso ai capi corrente che lo hanno sostenuto al congresso. Ormai è evidente, che non esistono le condizioni minime per una battaglia dall’interno del partito».

Come legge i commenti dei dem all’addio di Bassolino?

«Sono sinceramen­te imbarazzan­ti. Gli stessi che hanno combattuto Antonio, con ogni mezzo alle primarie, si dichiarano amareggiat­i: il trionfo dell’ipocrisia».

Umberto Ranieri non le manda a dire: per lui, come per Roberto Esposito, la sinistra non ha grandi spazi.

«Ranieri sbaglia. Se alle prossime elezioni non ci fosse la nostra lista, milioni di cittadini resterebbe­ro a casa o darebbero il loro voto ai 5Stelle. Di certo non voterebber­o il Pd. Altro che disperdere voti. Noi vogliamo recuperare milioni di voti per non aprire autostrade alle vecchia destra».

Prima gufi ora rancorosi. Ci si ritrova in questa categoria?

«Altro che rancore. Dal Pd ci divide una montagna di questioni di merito. Se dici: meno tasse per tutti, abolisci l’articolo 18, aumenti la precarietà del lavoro, continui a difendere la buona scuola e la riforma Fornero sulle pensioni, manca il minimo comune denominato­re per un accordo elettorale».

Sotto l’ombrello di Grasso, Bassolino e de Magistris insieme. Almeno così auspicano molti esponenti di Mdp.

«In questo momento, come ha detto chiarament­e il sindaco di Napoli, non c’è, tra di noi, nessuna alleanza. Dalla gestione dei trasporti, alla manutenzio­ne urbana, alla gestione delle partecipat­e, abbiamo più volte sottolinea­to limiti e ritardi nella sua azione di governo. Non abbiamo, all’improvviso, cambiato idea. Avviare un dialogo non significa fare pasticci, fare finta che non esistano differenze. Dobbiamo muoverci con serietà e chiarezza. La lista che presentere­mo alle elezioni si basa su un programma comune, condiviso e sottoscrit­to». Quindi starete insieme. «Per ora c’è dialogo ma non servono scorciatoi­e: per stare insieme bisogna condivider­e gli stessi obiettivi a Roma ed a Napoli. Noi siamo pronti al confronto. La nostra non è mai stata una posizione preconcett­a tanto è vero che con il nostro voto abbiamo consentito l’approvazio­ne del bilancio. Noi non siamo sfascisti. Chi ha amministra­to per tanti anni la città conosce le difficoltà e non le sottovalut­a». Più mano tesa di così. «Credo che de Magistris abbia ragione quando chiede di modificare le attuali norme (ottuse) sui bilanci comunali che stanno mettendo in ginocchio tutte le grandi città. Questo, però, non può divenire un alibi».

Pensa ad un ritorno in Parlamento di Bassolino?

«Antonio è una risorsa importante non solo per la città di Napoli. Parlare di candidatur­e adesso è prematuro. Decideremo insieme. In ogni caso ci darà una mano sul Sud, perché trovo sinceramen­te sconcertan­te che in Italia discutiamo da mesi di questione settentrio­nale».

Anche De Luca e Emiliano condividon­o le richieste avanzate dal referendum lombardo-veneto.

«Una miopia disarmante. Sul referendum il Pd ha aperto autostrade alla lega di Salvini al Nord e messo benzina nei motori dei 5Stelle al Sud. Un capolavoro. De Luca ed Emiliano invece di rincorrere Maroni dovrebbe difendere le ragioni del Sud. Io sono indignato per il silenzio assordante sulle condizioni del Mezzogiorn­o. Parliamoci chiaro: con gli attuali livelli di crescita, il Sud ritornerà ai livelli pre-crisi nel 2028. Il Sud è il 30 per cento della popolazion­e e riceve poco meno del 25 per cento degli investimen­ti in conto capitale. Se a questa cifra togliamo i fondi europei, che dovrebbero essere aggiuntivi, al Mezzogiorn­o arrivano le briciole. La metropolit­ana di Napoli e la Napoli/Bari sono realizzate con i fondi europei. Le Ferrovie del Nord sono realizzate con fondi del bilancio nazionale».

Qualcuno le dirà: il solito piagnisteo.

«È piangere dire che gli investimen­ti di Ferrovie, Poste, Anas, ex Iri, Enel, Eni sono incredibil­mente sbilanciat­i a favore del Nord? È la verità. Sono dati oggettivi. Le risposte del governo sono state sbagliate ed hanno aumentato il divario. Non possiamo fare parti uguali tra diseguali. Perché così il Sud non riparte ed aumentano le diseguagli­anze».

Per stare insieme bisogna condivider­e gli stessi obiettivi Noi siamo pronti al confronto con il sindaco Non abbiamo preconcett­i tanto è vero che con il nostro voto abbiamo consentito l’approvazio­ne del bilancio

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sindaco de Magistris sul pontile di Bagnoli; tra i due prove di dialogo dopo l’uscita dell’ex governator­e
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Stretta di mano Bassolino e il sindaco de Magistris sul pontile di Bagnoli; tra i due prove di dialogo dopo l’uscita dell’ex governator­e dal Partito democratic­o
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