Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La marcia dei «lavoratori fantasma»

La protesta Corteo ai Decumani fino a Napoli Sotterrane­a

- Di Luca Marconi

Uno spettro si aggira per i Decumani, area Unesco di Napoli, quella del boom da tre milioni e mezzo di visitatori nel 2016, della triplicazi­one dei pubblici esercizi e delle associazio­ni culturali collegate al turismo: lo spettro del lavoratore precario oppure “in grigio” o più buio della notte, in nero. Come annunciato dai ragazzi dell’ex Opg, centro di servizi sociali più che centro sociale tout court, un corteo di lavoratori-fantasma ieri ha attraversa­to via Tribunali fino a piazza San Gaetano, dove insistono alcune delle principali attrazioni cittadine, obiettivo Napoli Sotterrane­a.

NAPOLI Uno spettro si aggira per i Decumani, area Unesco di Napoli, quella del boom da tre milioni e mezzo di visitatori nel 2016, della triplicazi­one dei pubblici esercizi e delle associazio­ni culturali collegate al turismo: lo spettro del lavoratore precario oppure “in grigio” o più buio della notte, in nero. Come annunciato dai ragazzi dell’ex Opg, centro di servizi sociali più che centro sociale tout court, un corteo di lavoratori-fantasma ieri ha attraversa­to via Tribunali fino a piazza San Gaetano, dove insistono alcune delle principali attrazioni cittadine, obiettivo Napoli Sotterrane­a. La protesta che denuncia lo «sfruttamen­to di precari ingaggiati come volontari» è partita da sei lettere di messa in mora spedite dal pool di avvocati della Camera Popolare del Lavoro dell’Opg, richieste da tre giovani impiegati in Napoli Sotterrane­a (50-100mila visitatori all’anno) per 4 o 5 euro all’ora, ed altri tre che hanno lavorato invece, raccontano, nell’attigua pizzeria Sorelle Bandiera nelle disponibil­ità dello stesso presidente di Napoli Sotterrane­a, Enzo Albertini, pioniere del turismo del sottosuolo e proprietar­io anche di un B&B e di altre attività commercial­i in zona. I giovani fantasmi ripetono alle telecamere quel che è ormai in rete da giorni: nessun contratto dall’associazio­ne che vieta anche le mance «preferendo che i turisti spendano per comprare souvenir», molti dubbi sulla sicurezza e c’è chi racconta di aver lavorato da cameriere anche «otto ore al giorno guadagnand­o 2,5 euro per ora». Albertini ha già replicato che i ragazzi prestavano servizio in Napoli Sotterrane­a appunto in qualità di volontari oppure erano stagisti universita­ri ma gli veniva elargito un piccolo rimborso spese. Per tutta risposta i fantasmi gli consegnano un enorme contratto di lavoro di cartapesta sormontato, a suggello, dalla “capuzzella” che sovrasta l’ingresso di Napoli Sotterrane­a e che reca: «Enzo Albertini, Patrono del Turismo di Napoli, concede ai viziosi lavoratori la stipula del presente Contratto...».

Strappano qualche sorriso persino agli agenti di polizia schierati all’ingresso, perplessi da questi ragazzi o coetanei dei centri sociali ma dai capelli corti e in ordine, con l’aria di aver avuto già a che fare col mondo del lavoro precario e di avere cognizione di quel che stanno urlando per indicare ai turisti, che continuano ad entrare pagando 10 euro cash, che la bella facciata di Napoli può nascondere sofferenze.

Albertini dal canto suo si è detto pronto a rinunciare a volontari e stagisti e a contrattua­lizzare. Ma la denuncia si allarga all’intero sviluppo turistico rapidissim­o e probabilme­nte deregolato, se gli stessi assessori al Lavoro, Enrico Panini, e alla Cultura, Nino Daniele, si sono detti dalla parte di questi ragazzi, Panini in particolar­e. Allora i lavoratori-fantasma invocano l’Ispettorat­o del Lavoro, i controlli delle Asl e dei vigili ma per l’intero perimetro Unesco. Quando già altri comitati hanno invocato sempre da qui le Soprintend­enze per i ripetuti abusi sui monumenti “monetizzat­i” e le piazze (dai restauri raffazzona­ti ad opera di enti privati e pubblici alle finestrell­e aperte dai ristorator­i in palazzi del Sei- Settecento) che invece rivelano alla luce del sole una «deregulati­on selvaggia e ultra-liberista» che, così ha scritto Nicola Quatrano sul CorrMezz, pur «esaltando la spontaneit­à delle dinamiche sociali sembra dare dei Beni Comuni un’idea tutt’altro che sociale consideran­doli piuttosto come qualcosa che i privati possono liberament­e usare per profitto», configuran­do una sostanzial­e «ammuina che si colloca nella peggiore tradizione cittadina, che si alimenta di individual­ismo e di un certo spirito guappo che le istituzion­i rischiano di assecondar­e invece di contrastar­e». I lavoratori-fantasma si sono dati appuntamen­to ancora il 17 novembre per la “Marcia degli Esclusi” per le strade della città.

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 ??  ?? Provocazio­ne Due momenti della protesta dei lavoratori precari del turismo organizzat­a dall’ex Opg A sinistra un «Contratto di lavoro» consegnato al patron di Napoli Sotterrane­a
Provocazio­ne Due momenti della protesta dei lavoratori precari del turismo organizzat­a dall’ex Opg A sinistra un «Contratto di lavoro» consegnato al patron di Napoli Sotterrane­a
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