Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Schiavella (Cgil): «Non assolvo il Comune La crisi finanziaria figlia di errori e ritardi»
NAPOLI Conferma il sostegno al patto siglato quindici giorni fa tra Comune di Napoli, azienda e sindacati per il salvataggio dell’Azienda napoletana mobilità. Ma a Walter Schiavella, segretario generale della Cgil dell’area metropolitana di Napoli, non sfugge che quell’intesa, contestata peraltro dall’Unità sindacale di base, rappresenta solo un punto di partenza. «Con quell’accordo rimarca - al massimo si può tenere in pareggio l’Anm. Ma per avviare una prospettiva di rilancio chiara occorrerebbe molta liquidità e costruire una strategia in ottica metropolitana attraverso il confronto serio con le istituzioni».
Intanto contro il patto l’Usb ha proclamato lo sciopero per venerdì 10. Non vi sentite in qualche modo scavalcati?
«Dello sciopero non parlo. Parlo della situazione dell’azienda che è uno dei grandi malati della città di Napoli. Il piano da noi condiviso prevede recupero di efficienza, lotta agli sprechi e riorganizzazione a fronte della ricapitalizzazione da parte del Comune. Ognuno deve fare la sua parte. Mi sembra che il Comune sia in ritardo nel trasferire le risorse».
La crisi dell’azienda di trasporto è solo un aspetto della grave situazione della finanza locale. E chiama in causa vari livelli di responsabilità.
«Sì, la situazione è davvero pesante. Ho avuto proprio due giorni fa un incontro con l’assessore al Bilancio. Ci sono forti elementi di preoccupazione. Se si applicano le disposizioni della Corte dei conti il Comune non sarà più in grado di erogare servizi adeguati. Se non si applicano sarà il dissesto. Entrambe le soluzioni sarebbero intollerabili per i cittadini». Terzium non datur? «Solo se nella legge di Bilancio nazionale saranno previste norme in favore di tanti Comuni, molti di questi sono
Sull’Anm mi sembra che Palazzo San Giacomo sia in ritardo nel trasferire le risorse Se si applicano le indicazioni della Corte dei Conti non sarà più in grado di garantire servizi
al Sud, che si trovano in una condizione simile a quella di Napoli. Noi sosteniamo questa soluzione ma...» Ma? «Non assolviamo il Comune dalle proprie responsabilità. Mi spiego. La situazione che si è determinata è sicuramente figlia dei progressivi tagli dei trasferimenti e della modifica delle norme sulla contabilità dei Comuni. Ma è anche figlia del ritardo nell’attuazione da parte dell’ente locale di un’adeguata politica di riscossione delle entrate, di valorizzazione del patrimonio, della mancata riorganizzazione complessiva della macchina comunale, comprese le società partecipate, dell’insufficiente sostegno allo sviluppo che aumenterebbe la base imponibile. Quindi, anche se intervenisse una norma ad hoc per sbloccare la situazione, il Comune dovrebbe comunque affrontare i nodi che ho appena elencato, pena comunque la riduzione della capacità di spesa». Da dove si parte? «Dalla riorganizzazione della macchina amministrativa interna. Si deve far fronte a carenze di organico spaventose. Attualmente il flusso in uscita è di 5-600 dipendenti all’anno. Dal 2018 , quando inizierà il pensionamento degli ex giovani assunti con la legge 285, avremo picchi di mille. Anche in questo caso occorrerebbe una norma ad hoc. La riforma della macchina comunale sarebbe possibile solo attraverso un serio piano di assunzioni e la stabilizzazione degli Rsu. Ma anche attraverso il decentramento ai Municipi, attualmente svuotati di risorse e funzioni». Bagnoli? «L’intesa siglata rappresenta un passo in avanti importante. Ma ora occorre inserire Bagnoli in un più ampio progetto coordinato di sviluppo che tenga dentro il Patto per Napoli, la Zone economica speciale, Napoli Est. Occorrerebbe costruire un’unica strategia, mentre il soggetto deputato a farlo, cioè la Città metropolitana, finora è stato assente o in forte ritardo».
L’uscita di Bassolino dal Pd?
«Merita rispetto. È la manifestazione del disagio di fronte alla distanza della sinistra dai temi politici veri».