Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il commerciante finito nel mirino: «Risponderemo con la notte bianca»
Poggiani: magistratura e forze dell’ordine devono difendere la nostra rinascita Poppella: prima eravamo rassegnati, ora abbiamo trovato la cura giusta
un pericoloso passo indietro».
L’ennesimo episodio di violenza, il quarto in dieci giorni, scuote le coscienze e fa capire che non c’è più la rassegnazione che c’era prima.« Fino a poco tempo fa eravamo in stato terminale, ora abbiamo una forte febbre- dice Ciro Scognamillo, proprietario della pasticceria Poppella-. Se prima sembrava non ci fosse rimedio, ora abbiamo trovato la cura: cultura, turismo gastronomia, impegno civile e partecipazione, ecco, combattiamo il degrado culturale e la violenza con queste armi. Va detto che l’impegno di polizia, carabinieri e guardia di finanza in questi mesi è costante ed encomiabile. Questi individui colpiscono di notte quando inesorabilmente si abbassa un poco la guardia».
Il processo di riscatto del quartiere, dunque, sembra non fermarsi davanti a certi episodi. Lo testimoniano le centinaia di turisti che ieri mattina hanno “invaso” il quartiere pronti ad ammirare chiese, catacombe e palazzi storici. Certo la paura c’è ed è normale, ma la consapevolezza di poter cambiare è tanta, è già questo è un dato importante.
«Non credo ce l’avessero con me in particolar mododice Carlo Mazza, titolare del negozio di abbigliamento che stamattina ha trovato tre proiettili conficcati nella vetrina del suo negozio-. Come detto alla polizia non ho mai avuto a che fare con questi individui e sono convinto che attraverso la valorizzazione del nostro quartiere riusciremo ad avere la meglio. Già oggi sono in contatto con altri amici commercianti della zona per organizzare la notte bianca il prossimo 8 dicembre. Alla paura e agli spari rispondiamo con gli eventi, la musica e la cultura».
La «stesa» della scorsa notte è avvenuta a pochi giorni dall’ entrata in funzione delle prime telecamere nel rione Sanità: gli occhi elettronici sono pronti a essere collegati al cervellone della polizia di stato che avrà, così, la possibilità di monitorare 24 ore su 24 tutto quello che succede nell’antico quartiere napoletano.
«Qui ritorniamo troppo spesso a parlare sempre delle stesse cose- dice Mario Gelardi, direttore del nuovo teatro Sanità-. Bisogna iniziare a prendere delle decisioni e parlare un po’ di più con chi questo quartiere lo vive. Parliamo con i giovani, con chi propone alternative e guardiamo di più al futuro della Sanità e della nostra città. Il futuro sono anche quei giovani che armi in pugno seminano il terrore tra la gente di questa città».
Bisogna iniziare a prendere delle decisioni e parlare un po’ di più con chi qui vive