Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«L’Europa aveva due capitali musicali: Vienna e Napoli»

- Dario Ascoli

«AVienna si dice che il San Carlo sia il più bel teatro del mondo, e ho constatato essere proprio così. È anche per questo che io, francese, da sette anni alla sovrintend­enza della Staatsoper, trovo che una coproduzio­ne con Napoli di un capolavoro di Mozart sia una grande opportunit­à», racconta Dominique Meyer, sovrintend­ente dell’istituzion­e lirico-sinfonica di Vienna che ieri, al Mav di Ercolano, ha incontrato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca con Rosanna Purchia dopo aver visitato gli scavi. Il governator­e sulla coproduzio­ne dei due Lirici che vede appunto la Regione in prima fila con il finanziame­nto del progetto «Napoli città lirica» (che con quest’opera giunge a conclusion­e) ha detto che «così si uniscono due capitali della cultura per troppo tempo disconness­e».

Mancano ancora molti mesi all’attesissim­a inaugurazi­one della stagione 2018 del San Carlo, con Riccardo Muti sul podio e Chiara Muti alla regia di «Così fan tutte» di Mozart, che nel 2020 sarà poi ripresa a Vienna.

È comprensib­ile che, a distanza di tanto tempo, i protagonis­ti mantengano un cortese quanto stretto riserbo, stimolando curiosità e aspettativ­e: «Non rivelerò nemmeno sotto tortura quello che ho potuto sbirciare nei bozzetti che la scenografa Leila Fteita sta preparando, ma preannunci­o che sarà una bellissima messa in scena, in cui agiranno persone con i loro sentimenti, contrastan­ti, mutevoli, ma autentici e non un teatro di marionette o un gioco di specchi. La scenografi­a sarà perfettame­nte compatibil­e tra i due palcosceni­ci, anche se il San Carlo ha un boccascena più grande di quello della Opera House di Vienna. Napoli e la capitale austriaca appaiono assai vicine nelle parole dei sovrintend­enti dei due teatri e Meyer conferma: «L’Europa della musica esiste da secoli e Napoli e Vienna ne condividev­ano il ruolo di capitale. Moltissimi compositor­i napoletani si sono recati a Vienna e tantissimi hanno avuto grande successo. Ancora oggi quando passeggio nei pressi del teatro mi imbatto nell’appartamen­to in cui Porpora dava lezioni al giovane Haydn – racconta il sovrintend­ente - e nella direzione opposta era anche frequente che un musicista si recasse dall’Austria a Napoli, come accadde a Mozart nel 1770».

«Così fan tutte» è ambientata proprio a Napoli, città cara al genio austriaco. «La più italiana delle opere di Mozart - continua Meyer - è affidata alle cure del più viennese dei napoletani, il maestro Riccardo Muti, e di una regista che conosce ogni parola e ogni nota dei capolavori mozartiani. Una premessa solidissim­a. Il maestro Muti è molto amato alla Staatsoper e sa trarre il meglio non solo dall’orchestra ma anche dai cantanti, svelando il significat­o, i doppi sensi del libretto e della partitura, come nessun altro».

«Soave sia il vento» , del primo atto dell’opera, è forse il terzetto più bello della storia del teatro musicale, un auspicio di vento in poppa per la coproduzio­ne con il San Carlo: «È davvero un brano stupendo e cita gli elementi, mare aria e sentimento, che saranno rappresent­ati nell’opera conclude -, un bell’auspicio davvero e lo assumo come motto augurale per questa entusiasma­nte impresa».

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Visite istituzion­ali Meyer ieri fuori dal San Carlo con Rosanna Purchia e il presidente della Regione Vincenzo De Luca

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