Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Priezza, Asprinio con gioia della Masseria Campito
Quando nel 2003 la famiglia Di Martino decise di destinare il fondo agricolo, in località Campito (piccolo campo) tra Gricignano di Aversa e Succivo alla viticoltura, la scelta cadde naturalmente, sulla varietà più rappresentativa del territorio, vale a dire l’asprinio. E per ottenere una maturazione più omogenea dei grappoli si decise di abbandonare il tradizionale allevamento della vite ad alberata, optando per il più moderno impianto a guyot. Della storia enologica dell’Agro resta comunque all’interno del fondo una simbolica testimonianza grazie a una pianta di vite maritata. Ora gli ettari vitati sono 6, la guida dell’azienda è nelle mani del fondatore Lorenzo Di Martino, della figlia Claudia col marito Paolo Calvanico e della nipote Ludovica col consorte Riccardo Zenone. Dopo le prime spumantizzazioni sperimentali l’intero processo produttivo degli spumanti, il metodo Martinotti e il metodo classico di cui mi accingo a parlarvi avviene completamente in azienda. Già da qualche anno i vigneti hanno la certificazione biologiche. Probabilmente entro l’anno potrebbe arrivare il certificato anche per la cantina. Il vino è di colore paglierino carico con qualche leggero riflesso dorato. Dopo 42 mesi in bottiglia il vino esprime un perlage uniforme con bollicine di media grandezza. Al naso regala sentori intensi e abbastanza fini soprattutto floreali e di crosta di pane. Di medio corpo, in bocca è secco senza tentennamenti in pieno stile Asprinio, allo stesso tempo risulta avvolgente e fresco senza quei picchi acidi che alcune volte rendono un po’ troppo spigolosi prodotti di questa tipologia. Buona la persistenza finale. Un prodotto territoriale, che rispecchia la gioia espressa da nome: la priezza di digiacomiana memoria. Da bere su frutti di mare crudi, sulla frittura di alici, latterini, fragaglia di triglie, sui latticini freschi.