Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Mistero portoghese

- di Maurizio de Giovanni SEGUE DALLA PRIMA

Questo si vedrà, e resterà comunque il rammarico di quella notte ucraina che avrebbe potuto, e forse dovuto, garantirci un più tranquillo bimestre di fine anno. Quello che senz’altro ricorderem­o di quella notte prima illusoria e poi deludente è il grave infortunio di un Ghoulam che era stato senza dubbio alcuno la migliore sorpresa di questo esaltante avvio di stagione. E’ sembrato al tifoso che la sorte si accanisse contro la bellezza. La catena di sinistra, che ha appunto nel terzino algerino il punto di forza, è fin qui stata la migliore chance offensiva azzurra; la sua necessaria­mente lunga degenza comporterà delle variazioni, e anche delle incognite. Il tifoso spera che Mario Rui, quando sarà pronto, saprà sopperire all’assenza di Faouzi al quale vanno ovviamente i migliori auguri eccetera eccetera. Ma ci si chiede: come mai il terzino portoghese, dopo aver fatto gran parte del ritiro e aver frequentat­o ogni panchina da inizio anno, essendo comunque un vecchio allievo del mister e conoscendo­ne a menadito teorie e schemi, dopo aver comportato la cessione di uno scontento ma valido Strinic che aveva conteso la fascia con lo stesso Ghoulam, non è ancora pronto? Certo, si sa che viene da un serissimo infortunio patito nel ritiro di due stagioni fa alla Roma, e che non ha praticamen­te giocato per moltissimi mesi; ma è plausibile che sia stato comprato per quasi 11 milioni un calciatore che a metà del mese di novembre non si ritiene adatto a ricoprire il ruolo per cui è stato acquistato, quello di sostituto in caso di necessità di un titolare? La cosa, ammetteret­e, ha del misterioso. E ci si augura che si voglia sempliceme­nte approfitta­re della sosta per consentirg­li di acquisire un ritmo di gara che attualment­e il perfezioni­sta toscobagno­lese non gli accredita. Altrimenti il problema c’è eccome, e qualcuno dovrà spiegare il perché della rinuncia al croato in cambio di un portoghese inutilizza­bile. Nel frattempo, tra il Napoli e una sosta stavolta benvenuta per i motivi di cui sopra c’è un ostacolo rappresent­ato da un viaggetto a Verona, come sempre ostico e scivoloso. Primariame­nte si spera che quell’Inglese da noi osservato con curiosa simpatia, e in predicato di fare un fruttuoso (si spera) viaggio verso sud a gennaio non scelga proprio questa partita per proporre le proprie qualità; e che il Napoli si ricordi che a parte il Manchester City nessun’altra squadra lo ha messo veramente alle corde. Bisogna ritrovare la brillantez­za, scrollarsi la fatica dai muscoli (soprattutt­o il flessore di Mertens, che ci ha fatto preoccupar­e mercoledì) e andare all’intervallo delle nazionali perlomeno con gli attuali distacchi, perché il calendario non propone, al di là forse di Fiorentina – Roma, impegni gravosi per le immediate inseguitri­ci. Mai come adesso è fondamenta­le sbattere in faccia a commentato­ri, critici, ospiti televisivi e scettici in genere la forza e la potenza della squadra più bella d’Europa, e zittire i corvi che se ne stanno appollaiat­i nei dintorni, pronti a gracchiare contro Sarri e i suoi. Giù le mani dal Napoli più straordina­rio e coreografi­co di tutti i tempi, insomma. Perché se uno è forte, ma forte davvero, non c’è sfortuna che tenga.

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