Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Comparto moda Il boom che vale oltre 1000 milioni
La Campania è settima nella classifica nazionale Esportazioni per più di un miliardo di euro nel 2016 per la maggior parte nei Paesi dell’Unione Europea Negli ultimi otto anni il settore è cresciuto del 19,5%
La profonda recessione degli anni scorsi sembra ormai un lontano ricordo. Il comparto della moda in Campania è tornato a correre: tra il 2008 e il 2016 il volume delle esportazioni è cresciuto del 19,5% ed oggi vale più di un miliardo di euro. Sono i numeri che emergono da una recente indagine di Srm (Studi e ricerche per il Mezzogiorno) che conferma all’Italia una posizione di leadership nello scenario europeo: primo posto per fatturato (77,7 miliardi di euro) e valore aggiunto (23,5 miliardi di euro), con oltre 80mila imprese attive e quasi 500 mila occupati.
La Campania, con un valore aggiunto di 1027 milioni di euro, si posiziona al settimo posto della graduatoria nazionale, ed è la prima tra quelle meridionali. La vocazione produttiva campana nel settore risulta rilevante, con un peso sul manifatturiero che tocca il 12,1%: un valore superiore al dato medio meridionale (9,4%) e nazionale (9,6%). Prendendo in considerazione le cifre del primo trimestre 2017, nella regione si contano 8.172 imprese attive nel settore moda, pari al 10% del dato nazionale e al 44% di quello meridionale. In particolare, la Campania si colloca al sesto posto in Italia nel tessile (853 imprese attive), al quinto nell’abbigliamento (4.601) e al terzo in quello delle pelli e relativi prodotti (2.718).Tra i punti di forza, sia il ruolo della piccola impresa che l’attrattività dei prodotti sui mercati esteri. Ben l’86% delle unità locali del settore moda campano si concentra infatti nella classe 1-9 addetti.
Per quanto concerne invece il valore delle esportazioni, nel 2016 in Campania è stato di oltre un miliardo di euro, pari all’11,1% di quello del manifatturiero. Ed è una quota che pesa per il 46,8% sulle esportazioni moda dell’intero Mezzogiorno. I comparti che alimentano maggnificativo giormente i flussi dell’export campano sono l’abbigliamento (44%), le calzature (25,5%) e la concia-pelletteria (21,8%). Mentre un peso minore fa registrare il comparto tessile (8,6%).Il tasso di crescita di lungo periodo delle esportazioni si mantiene su livelli positivi. In particolare tra il 2008 e il 2016 il settore moda è cresciuto del 19,5%. Quasi la metà dell’intero valore dell’export (46,6%) è destinato ai Paesi dell’Unione Europea. Mentre l’Oceania e l’America centromeridionale sono le aree più dinamiche: rispetto al 2008, nel primo caso i volumi sono raddoppiati, e nel secondo mostrano una crescita del 56,1%. L’incremento verso l’Ue è invece del 46,5%.
Oltre alla produzione, risulta rilevante anche la fase distributiva. In Campania, l’80,5% delle unità locali si occupa del commercio, percentuale più elevata del dato nazionale (75%). Si- è il peso del commercio al dettaglio pari a 63,2% (61,1% Italia). Mentre il dato del commercio all’ingrosso è quasi il doppio di quello nazionale (12% contro 6,7%). Dall’analisi economico-finanziaria delle imprese campane si evince, sia per la produzione che per la distribuzione, una struttura protesa all’impiego di capitali di terzi e quindi ad uno sfruttamento della leva finanziaria. Il fatturato delle imprese regionali mostra una crescita continua nel triennio 2012-2015. Ed anche se nell’ultimo anno i ritmi sono rallentati, restano superiori a quelli nazionali. Positiva, infine, la redditività. Il Roe (utile netto su capitale netto) delle imprese campane che si occupano di produzione moda si presenta positivo (8,7%), in lieve crescita nel 2015 e in linea al dato nazionale.