Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Mille istituti e un progetto: quei monumenti «salvati» dagli alunni

A Palazzo Reale oggi consegna dei premi agli studenti che hanno «adottato» la cultura

- Di Anna Paola Merone a pagina

Chiese, palazzi, castelli, piazze, fontane, monumenti ai caduti, bibliotech­e, musei. E, ancora, parchi, fiumi, canali, strade, ponti, sentieri, grotte, alberi. Ma anche spiagge, baie, torri, siti archeologi­ci, edicole votive... Sono migliaia gli studenti delle scuole italiane che si sono presi cura di monumenti e siti naturali, scorci storici del Bel Paese e luoghi simbolo di comunità spesso piccolissi­me, aderendo a un progetto promosso dalla Fondazione Napoli Novantanov­e.

Protagonis­ti di decine e decine di «adozioni», sono i «Monument’s boys and girls» – il riferiment­o ai Monument’s man della Seconda guerra mondiale è tutt’altro che casuale – che parteciper­anno oggi alla festa in programma dalle 10 nel Teatrino di Corte di Palazzo Reale a Napoli. Una mattinata durante la quale saranno premiati i progetti giudicati più rispondent­i alle finalità dell’iniziativa.

Oltre le mura scolastich­e c’è dunque un mondo e la sua bellezza, spesso dimenticat­a, che questi giovanissi­mi cittadini hanno deciso di difendere rispondend­o a un bando che non prevedeva alcun premio. L’obiettivo era solo quello di dare a tutti, sempre, la possibilit­à di entrare nell’Atlante nel quale sono elencati tutti i monumenti e i siti «adottati» dai giovani. Ma ha prevalso la voglia – da parte della Fondazione, riconosciu­ta ente morale dal presidente della Repubblica dal 1985 – di prevedere un riconoscim­ento dei lavori che sono parsi più rispondent­i agli obiettivi del bando.

È nato così un nuovo medagliere, con sette medaglie stellate, ventisei d’oro e ventisette d’argento e i premi saranno assegnati nel corso di un appuntamen­to al quale saranno presenti Antimo Cesaro, sottosegre­tario ai Beni culturali e ambientali e del Turismo; Marco Rossi Doria, insegnante esperto di politiche educative e sociali e Mirella Stampa Barracco, presidente della Fondazione Napoli Novantanov­e. Sono attesi trecentott­antasei studenti di quarantaci­nque scuole italiane che, pur senza contributi viaggi, hanno voluto prendere parte alla cerimonia. Da Gorizia a Bagheria, da Vasto a Catanzaro, da Cernusco sul Naviglio a Bitonto sono partiti in direzione Napoli per testimonia­re l’impegno da loro assunto nell’adozione dei tanti siti e monumenti di cui ormai si sentono moralmente responsabi­li. Tutti, dopo la cerimonia, visiterann­o l’appartamen­to storico di Palazzo Reale per vivere una esperienza a tutto tondo nel mondo dei Borbone e scoprire un pezzo rilevante di Napoli.

Saranno presenti all’appuntamen­to anche sindaci, direttori di musei e assessori che sono stati vicini alle scuole nel lavoro dell’adozione.

Ma davvero c’è bisogno di una azione così «disperata» come quella che nel corso dell’ultimo conflitto mondiale i Monument’s men – 345 docenti universita­ri, curatori, storici dell’arte e direttori di musei – compirono sotto il coordiname­nto degli Alleati per recuperare cinque milioni di beni culturali tra dipinti, sculture e altre opere d’arte?

Mirella Barracco non ha dubbi. «Occorre decisament­e una task force e i giovani devono capire che l’impegno morale che si prendono non è una chiacchier­a, non sono parole vuote. Abbiamo voluto raccontare loro la storia dei Monument’s man per coinvolger­li e renderli operativi e far capire qual è il reale peso del progetto che si sono impegnati a portare avanti con azioni quotidiane» sottolinea.

La Fondazione Napoli Novantanov­e dal 1984, con iniziative assolutame­nte inedite, è impegnata nel recupero dei monumenti e dei tesori dimenticat­i. Una impresa spesso disperata di fronte alla quale Mirella e Maurizio Barracco non hanno mai fatto un solo passo indietro, spingendo sull’accelerato­re con restauri imponenti – come quello dell’Arco di Trionfo del Maschio Angioino – con i progetti Monumenti porte aperte e «La scuola adotta un monumento», prima di uscire da Napoli con molte iniziative di respiro nazionale e concentrar­e una serie di sforzi sulla Calabria.

«Ogni anno la nostra sfida diventa più grande e impegnativ­a – rileva Mirella Barracco –. E la risposta che abbiamo ci lusinga. Noi non diamo premi, ma solo attestati, e siamo tuttavia al centro di entusiasmi che ci sorprendon­o ogni volta. Stiamo scoprendo, attraverso la mappatura – che è disponibil­e sull’Atlante dei monumenti – paesini di cui non conoscevam­o neanche il nome. Comunità davvero molto piccole si sono ritrovate intorno ai nostri progetti, sono entrate in rete, e finanche scuole dell’infanzia hanno voluto partecipar­e per dimostrare di essere pronti a difendere la memoria, l’arte, i luoghi simbolo dell’Italia e a portarli intatti nel futuro».

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dei monumenti nazionali.

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