Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ori (e storie) mai visti Al Mann grande mostra sui Longobardi nel Sud

Grande mostra dal 21 dicembre, con percorsi a Benevento, Salerno e Capua Biglietti integrati con il Museo e le Catacombe di San Gennaro Anche Mastella alla presentazi­one. Il «tesoro» volerà poi all’Ermitage

- Di Natascia Festa a pagina

Che ci fanno Paolo Giulierini, direttore del Mann, e Clemente Mastella, insieme su una nave da crociera? Il sindaco di Benevento e l’archeologo hanno stretto una sorta di «patto longobardo» che coinvolge molti altri territori e genera nuove reti di collaboraz­ione, a partire dalla più importante mostra mai realizzata sui Longobardi che sarà inaugurata il 21 dicembre all’Archeologi­co e da qui traslocher­à ad aprile all’Ermitage.

Il fatto è questo. Manco il tempo di incassare il successo di domenica scorsa — 6193 visitatori che ne fa il quinto museo più visitato d’Italia dopo Pompei e Reggia di Caserta sul podio — e il Mann, in perpetua effervesce­nza, ieri ha già rilanciato. E lo ha fatto dal mare ma creando un ponte con l’entroterra campano. Il direttore Giulierini ha presentato sulla Meraviglia, l’ultima nave da crociera varata da Msc, Longobardi. Un popolo che cambia la storia, a cura di Federico Marazzi e Gian Pietro Brogiolo (e organizzat­a da Villaggio Globale), punto di arrivo di oltre quindici anni di nuove indagini archeologi­che. La location in mezzo al Golfo preannunci­a un accordo di «disseminaz­ione» nell’ambito di Obvia (Out of boundaries viral art disseminat­ion) con la compagnia tra quelle che maggiormen­te determinan­o l’incremento dei flussi turistici italiani.

«Il tema del tutto inedito della mostra apre nuove possibilit­à di letture del nostro patrimonio» ha detto il direttore. «Siamo partiti con i Longobardi che furono i primi a tentare un’unità nazionale con incontri-scontri di culture — se le

dettero secche come diciamo in Toscana — perché crediamo che un museo debba anche riaccender­e la riflession­e sulle connession­i tra passato e presente. L’idea è quella di proseguire con altre mostre dedicate ai Bizantini e ai Normanni. Il Mann vuole differenzi­are così la sua offerta, uscire dall’equazione, fondamenta­le ma non assoluta e non sufficient­e, del Museo custode dell’arte classica». Non solo antichità pompeiane ed egizie dunque. «Vogliamo gettare luce su altri aspetti della storia di Napoli e della Campania e del nostro stesso patrimonio. Si pensi agli incredibil­i e raffinati ori longobardi del Tesoro di Senise».

Il curatore Federico Marazzi è icastico: «È stato Carlo Magno “inventare” il Mezzogiorn­o. Nel 774 conquistav­a Pavia ma non i ducati longobardi di Benevento, Salerno e Capua che divennero vere e proprie capitali».

La mostra — oltre 300 opere provenient­i da più di 80 musei italiani e stranieri — attual- mente al Castello Visconteo di Pavia, avrà una sua modulazion­e campana raccontata in un catalogo ad hoc «con pezzi che saranno esposti esclusivam­ente qui come alcune formelle e una piastrina in marmo colorato che testimonia una continuità con le sculture policrome romane. Ma il lavoro è in ancora in corso: stiamo indagando tra manufatti un tempo all’Archeologi­co ora a San Martino» ha spiegato Valeria Sampaolo.

Il Mann aggiunge alla forza centripeta di attrazione quella di irradiazio­ne di nuovi percorsi, assumendo come trait d’union e garante il migliore sulla piazza: San Gennaro. Chi se non il santo patrono, ritenuto il primo vescovo di Benevento, poteva legare la mai longobarda Napoli con le capitali di siffatto regno: Benevento, Salerno e Capua? «Sperimente­remo nuovi percorsi che portino i turisti dal Mann in questi importanti centri interni. Poi, grazie alla Regione, cercheremo di renderli permanenti» ha aggiunto Giulierini. «Per verificare come dato ontologico la Longobardi­a — ha detto Mastella — è necessario creare un transito verso Benevento: la cultura deve generare concrescit­a dei territori e riscoperta dell’entroterra. Se, infatti, la desertific­azione lo penalizza, il non sovraffoll­amento rispetto ai grandi centri lo preserva».

E sotto l’egida di «faccia gialla» le sinergie urbane con il Museo del Tesoro e le Catacombe di San Gennaro che, per il periodo della mostra, avranno un biglietto integrato con il Mann. «Da dicembre — ha detto Paolo Iorio al vertice del museo di via Duomo — proporremo un nuovo allestimen­to Aspettando i Longobardi». E dalle Catacombe spuntano affreschi mai esposti: «Risalgono al IX secolo — ha aggiunto Vincenzo Porzio — e raffiguran­o San Gennaro con i suoi “colleghi” martiri». E del «miracolo» del turismo l’assessore comunale alla cultura Nino Daniele ha fornito gli ultimi dati: «Nel 2016 per le presenze straniere l’Italia registra un +6 e Napoli +35 mentre per la spesa le percentual­i diventano +13 e +35; per tutti il 70% è costituito da diplomati e laureati». Potenziale pubblico anche per I Longobardi.

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Gioielli La maggior parte dei preziosi proviene dagli Ori di Senise. In alto da sinistra: fibula a disco in oro VII secolo con oro e pietre; brattea con Cristo tra gli angeli VII secolo; oro orecchino in oro con pendente a goccia del VII secolo; anello...
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Preziosi Sopra, da sinistra: anello a tamburo, Codex legium Langobardo­rum, pendente piramidale in oro V-VII secolo

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