Corriere del Mezzogiorno (Campania)
De Magistris: guardiamo a Europee e Regionali. I Cinquestelle proveranno a sfiduciarlo Dema rinuncia alle Politiche
Il sindaco: «Non presenteremo liste». Ma il fratello potrebbe candidarsi con la sinistra
«Non ci sarà una lista Dema alle Politiche di marzo. Siamo però interessati alle Europee e alle Regionali». Sembra chiudere la partita col prossimo voto, de Magistirs, anche se suo fratello Claudio starebbe lavorando per candidarsi nel collegio uninominale del Vomero magari in un raggruppamento di sinistra. Intanto l’M5s annuncia una mozione di sfiducia contro l’ex pm.
NAPOLI «Non credo che Dema sia pronta a presentarsi alle politiche del 2018. Deve ancora crescere, organizzarsi e trovare una sua identità nella pluralità delle opinioni e delle sensibilità». Sembra chiudere la partita con il prossimo appuntamento elettorale, Luigi de Magistris. Che spiega anche quali potrebbero essere le prossime tappe a cui il partito, che ha fondato e che ha affidato a suo fratello Claudio, guarda: le Regionali e, prima, le Europee, perché il sistema elettorale che lo consentirebbe. Va detto però che, nell’ambito di una possibile intesa con le tante anime di sinistra e forse con Mdp, Claudio de Magistris, fratello del sindaco, grazie al sistema uninominale, potrebbe comunque candidarsi nel collegio Vomero-ArenellaSan Carlo-Piscinola-Miano.
Intanto, però, il Movimento 5 stelle passa al contrattacco. E in una conferenza stampa, Roberto Fico e Vittorio Brambilla, capogruppo M5s al Comune, annunciano una mozione di sfiducia contro de Magistris; mozione che, però, visti i numeri in campo, ha un percorso molto in salita: servono infatti 16 firme per presentarla in aula e 21 per approvarla. Ma i grillini contano solo su due consiglieri comunali. Mentre il Pd, che pure sta all’opposizione e che di consiglieri ne ha 5, non vota mai vota con i Cinquestelle. De Magistris, dal canto suo, è sostenuto da 25-26 votanti su 41 dell’aula. Finora, però, «non è stata presentata alcuna mozione», dice Sandro Fucito, presidente del Consiglio comunale. Che spiega: «Se non riusciranno a raccogliere le firme, la richiesta potrà trasformarsi in un ordine del giorno». Il sindaco non sembra preoccupato. E su Facebook, durante una diretta di Repubblica, ha detto: «Legittimo che una forza politica di opposizione, in un momento difficile della città, provi a dare una spallata al sindaco. Come dovrei rispondere? Accusando le mie colleghe Appendino e Raggi? Non lo faccio. Anzi, esprimo solidarietà e affetto alla Appenino che si è presa due avvisi di garanzia». Un attacco, quello dei 5 Stelle, che per il sindaco è «infingardo, cattivo, una brutta cosa politica anche perché arriva a poche ore dall’audizione in Parlamento che vede tutti i sindaci impegnati per i propri territori». «Fico — ha rimarcato — dai banchi dell’opposizione al Governo in questi sei anni nulla ha fatto per dare una mano non a de Magistris, ma alla città». Fico e Brambilla — col primo che aspira a ricandidarsi a sindaco dopo il tentativo di alcuni anni fa — partono dalla situazione finanziaria del Comune finito sotto la scure della Corte dei conti. Ma non c’è solo. Perché da quando è stato rieletto, nel giugno del 2016, al sindaco sono andate storte un bel po’ di cose. Su almeno cinque grandi fronti che hanno segnato, con grande anticipo rispetto alla scadenza naturale, la sua consiliatura. Partiamo dall’Anm, che è in una situazione disastrosa e rischia grosso. Poi c’è la Corte dei conti, che ha dato di tempo al Comune fino a fine dicembre per rifare il piano di riequilibrio «altrimenti — ha scritto — sarà fallimento»: per colpa della dismissione immobiliare e della scarsa riscossione delle multe. E che dire sul fronte della vivibilità cittadina? Oltre ai bus che non passano, Napoli convive col cantiere infinito di via Marina che ha inginocchiato la città e di cui non si conoscono più i tempi di ultimazione. Sul versante politico, poi, nodale è stato il risultato tutt’altro che esaltante di Dema alle ultime amministrative. Il tutto, mentre il rimpasto in giunta ha scatenato la bagarre nella maggioranza dalla quale è andato via David Lebro, che aveva anche il ruolo di vicesindaco della Città metropolitana, poi passato col Pd. Il tutto, mentre servizi assolutamente necessari come la refezione scolastica non sono ancora partiti in tutte le Municipalità. Ma quando se si parla di queste cose col sindaco o col suo entourage, la risposta è sempre la stessa: che sono stati firmati il Patto per Napoli e l’accordo per Bagnoli. Dove però, nel caso di Bagnoli, rimangono saldamente in carica sia il Commissario straordinario, Salvatore Nastasi, che il soggetto attuatore, Invitalia, che — per legge — decidono assolutamente tutto. Indipendentemente da de Magistris e dal Comune di Napoli.
L’ex pm «Legittimo che una forza di opposizione, in un momento difficile, provi la spallata»