Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«La camorra si è internazionalizzata ma da noi nessuno conosce l’inglese»
Il presidente di Corte d’Appello: ricorriamo a interpreti. Melillo: serve più formazione
NAPOLI La camorra si è «internazionalizzata» e per questo la cooperazione tra stati dell’Unione europea diventa un’arma fondamentale per contrastare boss, affiliati e «colletti bianchi» che fanno affari lontano dall’Italia. Ma a Napoli c’è un problema. Nella sezione di Corte d’Appello, quella che per competenza si occupa degli affari transnazionali, «non c’è un solo dipendente amministrativo che parli in inglese o che sia abilitato a farlo e anche per la lettura di un atto che arriva da un altro Stato c’è bisogno di un interprete». È l’allarme lanciato da Giuseppe De Carolis, il presidente della Corte d’Appello di Napoli alla tavola rotonda organizzata dal comando provinciale della Guardia di Finanza sulle novità in tema di legislazione internazionale al quale hanno partecipato i vertici di tutti gli uffici giudiziari del Distretto di Napoli, oltre che delle forze dell’ordine. «L’auspicio - ha continuato - è che almeno nella sezione che si occupa di materia internazionale possano esserci persone in grado di dialogare in lingua straniera». Giovanni Mellillo, capo della Procura di Napoli, ha parlato di necessità «di formazione imponente per tutti i magistrati, affinché possano essere in grado di conoscere tutte le caratteristiche di altri ordinamenti europei», perché «bisogna abbandonare la concezione proprietaria delle informazioni. La magistratura italiana ha una grande esperienza ma non basta - ha sottolineato - La cooperazione internazionale si fonda sullo scambio di informazioni e questo deve avvenire tempestivamente». Come? L’ha spiegato il procuratore aggiunto Luigi Frunzio. Innanzitutto con la creazione della Procura europea, che dal 20 novembre avrà un capo nominato dal Consiglio e dalla Commissione europea, e con membri designati dagli stati comunitari. «Fondamentale sarà l’applicazione dell’ordine di investigazione europeo che semplifica le rogatorie, evitando ogni volta il ricorso al ministero. Adesso ci si potrà parlare tra autorità giudiziarie - ha aggiunto Frunzio - E i provvedimenti emessi da uno Stato potranno essere efficaci senza troppi filtri in un altro Stato». Sui 28 paesi dell’Ue solo in 15 hanno dato attuazione all’Ordine di investigazione e purtroppo tra loro non c’è la Spagna, meta di moltissimi camorristi. Il colonnello Giovanni Salerno, comandante del Nucleo di polizia Tributaria di Napoli, ha illustrato che la scelta dei criminali di insediarsi in uno Stato piuttosto che in un altro non è casuale ma «dipende anche dalla maggiore o minore repressione che l’ordinamento straniero presenta». «Mentalità e attitudine internazionale sono caratteristiche che la Finanza conosce sin dagli anni Cinquanta quando da Napoli partirono le prime indagini internazionali per scardinare i traffici di sigarette di contrabbando» ha detto il generale Gianluigi D’Alfonso, a capo del comando provinciale della Finanza. La sfida è lanciata.
Non c’è un solo dipendente amministrativo che parli la lingua o che sia abilitato a farlo L’auspicio è che almeno nella sezione che si occupa di questa materia si riesca a dialogare