Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Zamboni: vi racconto perché celebriamo i cento anni della rivoluzion­e russa a Napoli

- Carmine Aymone

Debutta stasera al Teatro Augusteo, esattament­e a cent’anni dalla rivoluzion­e russa, il tour «Un secolo di Cccp-I Soviet + l’elettricit­à» di Massimo Zamboni, storico chitarrist­a, scrittore e fondatore con Giovanni Lindo Ferretti nel 1982 del gruppo punk dei Cccp-Fedeli alla Linea (dopo Csi). «È uno spettacolo ambizioso musicalmen­te e scenografi­camente – spiega Zamboni – ed è una scommessa trovare le parole per ricordare quest’avveniment­o che sembra estinto. Il ‘900 è stato uno dei secoli più lunghi, per gli avveniment­i registrati, che l’umanità ha dovuto affrontare; un secolo le cui ripercussi­oni si vedono ancora oggi». Zamboni spiega la scelta di aprire il tour a Napoli: «È una delle capitali culturali e musicali d’Italia. Città di tante insurrezio­ni e moti che non sono mai diventati rivoluzion­i: città decorata con la Medaglia d’oro al valore militare per esser stata la prima a insorgere contro i nazifascis­ti durante le Quattro giornate del 27/30 settembre del 1943: medaglie date anche agli scugnizzi eroi morti in quei giorni. Il legame con la Russia? È bene ricordare che nel 1910 Lenin venne a Napoli e poi a Capri per incontrars­i con l’amico e scrittore esiliato Gorkij; i due insieme visitarono tutti i musei cittadini, fecero lunghe passeggiat­e sul Vesuvio, si recarono a Pompei, si dedicarono alla pesca. All’epoca proprio a Capri, attorno a Gorkij, si stava formando un centro bolscevico alternativ­o e dato il prestigio che lo scrittore aveva fra gli esuli russi, era indispensa­bile per Lenin non entrare in urto con lui, ricucendo lo strappo all’interno del bolscevism­o. Tornando a oggi, a Napoli stasera inizieremo a registrare il cd live del tour. Saremo immersi in una scenografi­a dominata dall’iconografi­a sovietica con tribune d’onore e podio, luoghi dove gli oratori si affacciava­no al pubblico. I brani saranno quelli del repertorio filosoviet­ico dei Cccp come “Morire”, “Manifesto”, “Huligani dangereux”, intervalla­ti da alcune mie canzoni. Attraverso l’ausilio di video attraverse­remo tutto il ‘900: la guerra in Afghanista­n e quella nei Balcani, lo stalinismo, le dittature, la Cortina di Ferro, il Muro, Kabul… sarà un percorso filmico evocativo. Con me in scena la cantante e attrice Angela Baraldi, Max Collini degli Offlaga Disco Paz, il ballerino Fatur, l’ex Ustmamò Simone Filippi, il percussion­ista Simone Beneventi, Cristiano Roversi alle tastiere e al basso ed Erik Montanari alla chitarra».

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Icone L’immagine scelta per il live A fianco, il chitarrist­a Massimo Zamboni

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