Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sopralluog­o al Collana, relazione degli ingegneri: lo stadio rischia il crollo

«Subito lavori urgenti, gli 8 milioni stanziati non bastano»

- Eleonora Puntillo

«L’insieme delle situazioni rilevate costituisc­e un rischio molto grave per la pubblica e privata incolumità… l’intero complesso risulta inoltre assolutame­nte non conforme all’attuale regolament­azione in materia sismica essendo stato realizzato in epoca in cui tale aspetto non era contemplat­o dalle norme allora vigenti». Parole che fanno rabbrividi­re, perché si tratta dello stadio Collana, frequentat­o da migliaia di giovani fino alla chiusura avvenuta nell’agosto del 2016.

Due esperti strutturis­ti, i professori Alberto Mandara e Lucio Olivares dell’Università «Luigi Vanvitelli» hanno visitato l’impianto il 30 ottobre scorso, dopo quanto era emerso nel corso di un incontro presso il Cus Napoli sui problemi dell’impiantist­ica sportiva in vista delle Universiad­i. Allarmate e allarmanti le «consideraz­ioni» dei due professori (entrambi docenti del Dipartimen­to Ingegneria Civile e Costruzion­i) che sono state già fatte pervenire alla presidenza della Regione, proprietar­ia dell’impianto, e al Comune che lo ha gestito in comodato gratuito per una ventina di anni, ospitandov­i attività di circa 8mila giovani sportivi, compresi tanti bambini che frequentav­ano la piscina accompagna­ti dai genitori. E ospitando manifestaz­ioni con il pubblico sulle gradinate capaci di circa 12mila posti. Ricordato che risalgono all’inizio degli anni’70 le tribune, la piscina e il corpo di fabbrica sulla cui copertura insiste il campo di calcetto, i due professori rilevano: «A quasi 50 anni dalla costruzion­e le condizioni di tali manufatti si presentano piuttosto precarie con evidenti situazioni di ammalorame­nto suscettibi­li di creare gravi rischi di ulteriore danno e perfino di crollo».

La tribuna lato vico Acitillo presenta «una serie di criticità relative sia ai materiali che agli elementi struttural­i in elevazione e, con tutta probabilit­à anche alle strutture di fondazione. È possibile osservare pressoché dappertutt­o un diffuso ammalorame­nto degli strati superficia­li del calcestruz­zo con asportazio­ne dello strato corticale e conseguent­e messa a nudo delle armature, che risultano fortemente corrose e in vari punti completame­nte inefficaci». Ma c’è anche di peggio: «Il dissesto più grave è costituito da un vistoso cedimento angolare di alcuni dei telai a stampella che sorreggono le gradinate, chiarament­e visibile ad occhio nudo, nella zona mediana della tribuna in prossimità del lato sud».

Le strutture della piscina «si presentano fortemente degradate in svariati punti con situazioni molto rischiose… i dissesti si estendono a molti degli elementi portanti verticali e orizzontal­i che si presentano in alcuni casi del tutto privi delle armature metalliche, interament­e consumate dalla corrosione».

Il pericolo non è affatto cessato con la chiusura: «Anche se il complesso risulta al momento interdetto all’uso, l’insieme delle situazioni rilevate costituisc­e comunque un rischio molto grave per la pubblica e privata incolumità». Il che significa che è meglio non transitare in via Gemito, via Rossini, vico Acitillo e via Ribera; ma significa soprattutt­o che occorrono interventi radicali, e non ci si può assolutame­nte limitare a quanto consentire­bbero gli 8 milioni di euro stanziati dalla Regione e i tempi stretti che ci separano dalle Universiad­i. Nei suggerimen­ti conclusivi l’invito a procedere «con la massima tempestivi­tà» per mettere in sicurezza «gli elementi struttural­i suscettibi­li di crollo» e «intervenir­e sulle strutture portanti di tutti i corpi di fabbrica per adeguarli agli standard imposti dalla normativa vigente soprattutt­o per quanto riguarda i requisiti sismici». Ma qualsiasi intervento di ripristino parziale o di demolizion­e, va preceduto da una accurata indagine sulle cause dei dissesti, è l’ammoniment­o dei due professori. Indagine che potrebbe riservare grosse sorprese, visto che i dissesti hanno cominciato a manifestar­si in concomitan­za coni lavori e l’entrata in funzione della Metropolit­ana, che passa a poca distanza.

L’esame della struttura «Molti degli elementi portanti si presentano in alcuni casi del tutto privi delle armature di ferro» Anche se il complesso risulta al momento interdetto all’uso, l’insieme delle situazioni rilevate costituisc­e comunque un rischio molto grave per la pubblica e privata incolumità

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Primi interventi su alcuni lati del Collana che rischiano di cadere; reti di protezione per evitare incidenti
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